Avrei voluto parlare una sera di queste del picnic di venerdì scorso, sulle rive della Senna.
Il fatto è però che non so veramente da dove potrei iniziare... e soprattutto dove andrei a parare! Quindi darò giusto un paio di asettiche indicazioni, in attesa di altri pique fluviali. Magari estivi cheeèmmeglio.
Al numero uno c'è il comodissimo link che mi ha permesso di arrivare con non troppo ritardo alla location, eccolo qui: Port Saint Bernard.
Sfortunatamente non avevo appresso la macchina foto, quindi niente sezione fotografica questa volta. C'era però una ragazza che faceva un sacco di foto a tutti e sempre di sorpresa, accecando persone a destra e a manca con flash a raffica. Dovessi mai rivederla metto la faccia di tola e me le faccio spedire. Io comunque avrei fatto un sacco di scatti ai barconi che trasportano i turisti, perchè arrivavano proprio d'innanzi a noi e si mettevano a girare indietro facendo le derapate.
Senza scordare la nota meteorologica, perchè c'era un gran gran vento quella sera e mi sono buscato un mal di gola coi fiocchi. Che stranamente non è migliorato neanche il giorno dopo, nonostante la corsetta di un'ora sotto la pioggia... tzè e io che pensavo che l'attività fisica facesse bene alla salute!
giovedì, aprile 30, 2009
sabato, aprile 25, 2009
Day 26, Luci della notte
Dopo quasi un mese ho fatto la mia brava visita alla celebrità parigina, la tanto decantata Torre Eiffel. Per un motivo o l'altro non ci ero ancora passato così vicino prima. O forse inconsciamente la evitavo, per timore che non mi dicesse più di tanto... che non fosse all'altezza delle mie turistiche aspettative.
La sera del compleanno di Aruna però si è deciso di andare a festeggiare proprio sotto la torre, con qualche birra e due alsaziani. E una volta arrivato in piazza Trocadero "lei" mi è apparsa, in tutto il suo splendore.
Riguardando le foto però mi sono accorto che non le rendono giustizia, perchè dal vivo, e particolar modo la sera, è veramente uno spettacolo per gli occhi che nessuna riproduzione digitale o cartacea riuscirà mai a esprimere.
Visualizza album: Paris IV
La sera del compleanno di Aruna però si è deciso di andare a festeggiare proprio sotto la torre, con qualche birra e due alsaziani. E una volta arrivato in piazza Trocadero "lei" mi è apparsa, in tutto il suo splendore.
Paris IV, Tour Eiffel, Trocadero
Riguardando le foto però mi sono accorto che non le rendono giustizia, perchè dal vivo, e particolar modo la sera, è veramente uno spettacolo per gli occhi che nessuna riproduzione digitale o cartacea riuscirà mai a esprimere.
Visualizza album: Paris IV
domenica, aprile 19, 2009
Day 25, Sottofondi
Ho in testa questa canzone da quasi due giorni.
Più precisamente da quando l'ho sentita cantare venerdì sera da un gruppo che si esibiva in un pub del centro, arredato in modo tipico irlandese, luce soffusa, viavai di pinte di Giunness e Kilkenny. Senza dimenticare qualche steccata di troppo al biliardo.
Più precisamente da quando l'ho sentita cantare venerdì sera da un gruppo che si esibiva in un pub del centro, arredato in modo tipico irlandese, luce soffusa, viavai di pinte di Giunness e Kilkenny. Senza dimenticare qualche steccata di troppo al biliardo.
La voce della cantante dava però un "taglio" diverso alla canzone. Più morbido, quasi malinconico, avvolgente.
Una quasi scena da quasi film.
martedì, aprile 14, 2009
Day 20, Il sacro e il profano
Sono stati giorni insoliti questi ultimi, soprattutto se si considera il loro valore simbolico-religioso, le tradizioni di famiglia, il come ero abituato a trascorrerli e il come invece li ho vissuti quest'anno.
Se infatti il giorno di Pasqua è scivolato via svelto tra una corsa, un tentativo di videochiamata a casa, una macchinata di roba da lavare e i primi tentativi di stiratura selvaggi, nel giorno di Pasquetta ho deciso di rallentare.
In compagnia della fedele macchina fotografica ho intrapreso un giro per il mio quartiere, a partire dal cimitero che dista pochi minuti a piedi dalla casa in cui vivo. E' strano, ma una volta varcato l'ingresso, dopo pochi passi già si attenuano i rumori del traffico, le sirene, il vociare... tutto viene immerso in un silenzio quasi meditativo.
Paris III (HDR), Edgar Quinet, Jardin de Luxembourg, Phantéon
I giardini di Lussemburgo invece si sono presentati all'esatto opposto. Mi aspettavo di vedere sì una moltitudine di persone, ma la realtà è riuscita a superare le mie previsioni, tanto era il brulicare dei giovani, anziani, bambini e adulti. Un insieme eterogeneo di individui si estendeva sui prati verdi, passeggiava tra i sentieri, rincorreva un pallone sgualcito, popolava i campi da petanque, spingeva passeggini.
Certo, una giornata particolare, diversa, ma io dico che due costine in compagnia e una bella birra fresca ci sarebbero state benissimo!
Visualizza album: Paris III (HDR)
Se infatti il giorno di Pasqua è scivolato via svelto tra una corsa, un tentativo di videochiamata a casa, una macchinata di roba da lavare e i primi tentativi di stiratura selvaggi, nel giorno di Pasquetta ho deciso di rallentare.
In compagnia della fedele macchina fotografica ho intrapreso un giro per il mio quartiere, a partire dal cimitero che dista pochi minuti a piedi dalla casa in cui vivo. E' strano, ma una volta varcato l'ingresso, dopo pochi passi già si attenuano i rumori del traffico, le sirene, il vociare... tutto viene immerso in un silenzio quasi meditativo.
Paris III (HDR), Edgar Quinet, Jardin de Luxembourg, Phantéon
I giardini di Lussemburgo invece si sono presentati all'esatto opposto. Mi aspettavo di vedere sì una moltitudine di persone, ma la realtà è riuscita a superare le mie previsioni, tanto era il brulicare dei giovani, anziani, bambini e adulti. Un insieme eterogeneo di individui si estendeva sui prati verdi, passeggiava tra i sentieri, rincorreva un pallone sgualcito, popolava i campi da petanque, spingeva passeggini.
Certo, una giornata particolare, diversa, ma io dico che due costine in compagnia e una bella birra fresca ci sarebbero state benissimo!
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lunedì, aprile 13, 2009
Day 19, Ad alta voce
Non sono trascorse che tre settimane dal mio arrivo qui, nella grande capitale d'oltralpe, che già tiro giù conclusioni. Se infatti questi giorni non sono serviti ad apprendere il benchè minimo francese, sono stati importanti per imparare alcune cose su questa città e le persone che qui ci vivono. Me le sono appuntate e ho deciso di condividerle, in attesa di altre illuminazioni (di solito post-kebab).
Le strade sono tanto larghe, ampie e spaziose quanto gli interni delle case sono piccoli, stretti e angusti. La stanza che batte tutte è forse la cucina, con frigo, congelatore, forno, lavandino, dispensa, tostapane, cassettiera, cestino-della-spazzatura, microonde, cappa, forno-a-gas e piastra stivati in 3 metri quadrati. Quando va bene.
Quando entri in un qualsiasi negozio, ufficio, pub, bistro, tendone o concessionario non provare neanche a chiedere al tuo all'interlocutore se parla Inglese. Tranne rarissime eccezioni, la risposta è già nota a priori, e finisci solo con l'indispettirlo. Da matti.
C'è un metodo che usano gli autoctoni per riconoscere se chi sta parlando loro è francese o meno, oltre alla pronuncia. Se infatti il tono della voce usato è anche solo leggermente superiore a quello tipico piatto e un po' apatico della zona, sei spacciato.
La maggior parte degli uomini deve essere veramente tanto ricca. Anzi, ricca sfondata. Ricchissimissima. Altrimenti non ci si spiega proprio come certi scorfani possano avere al loro fianco donne sì belle.
giovedì, aprile 09, 2009
Day 15, Cose semplici e banali
Improvvisamente mi si sta iniziando ad allargare la visione della quotidianità che da anni era fissa sulla stessa angolazione. Per me il ritrovarsi a badare a sé stessi in tutto e per tutto è una cosa assolutamente nuova, e mai e poi mai me ne sarei accorto se fossi rimasto dov'ero.
Un esempio molto grezzo e materiale può essere questo.
Dalla posizione in cui sono ora riesco a vedere molte cose, dei vestiti, alcune penne, una rivista, una guida del telefono, un pesce rosso, ecc. Sono tante queste cose e tutte assieme costituiscono quello che è il "mio mondo", a cui sono abituato, affezionato o soggiogato.
Ma altrettante sono precluse alla mia vista, coperte, nascoste da un tavolo, dallo scaffale, dal monitor stesso del pc che mi sta di fronte. Come se non esistessero.
Ora, se non potessi muovermi potrei anche mai accorgermi di tutto ciò che invece c'è, è presente, dietro.
Questione di prospettiva.
E' una frase che ho già sentito molte altre volte, ma solo adesso riesco a capire. E la presa di coscienza è per me ancora più forte perché si manifesta in occasioni frequenti, in azioni del tutto quotidiane e "normali", come il cucinare, il fare la lavatrice, il tenere pulita e in ordine la stanza, il fare la spesa.
A poco a poco ci farò sicuramente l'abitudine e cesserò di meravigliarmi di queste situazioni.
Nel frattempo però torno al supermercato: è la quarta volta in sei giorni, ma ho di nuovo dimenticato di comprare qualcosa...
Un esempio molto grezzo e materiale può essere questo.
Dalla posizione in cui sono ora riesco a vedere molte cose, dei vestiti, alcune penne, una rivista, una guida del telefono, un pesce rosso, ecc. Sono tante queste cose e tutte assieme costituiscono quello che è il "mio mondo", a cui sono abituato, affezionato o soggiogato.
Ma altrettante sono precluse alla mia vista, coperte, nascoste da un tavolo, dallo scaffale, dal monitor stesso del pc che mi sta di fronte. Come se non esistessero.
Ora, se non potessi muovermi potrei anche mai accorgermi di tutto ciò che invece c'è, è presente, dietro.
Questione di prospettiva.
E' una frase che ho già sentito molte altre volte, ma solo adesso riesco a capire. E la presa di coscienza è per me ancora più forte perché si manifesta in occasioni frequenti, in azioni del tutto quotidiane e "normali", come il cucinare, il fare la lavatrice, il tenere pulita e in ordine la stanza, il fare la spesa.
A poco a poco ci farò sicuramente l'abitudine e cesserò di meravigliarmi di queste situazioni.
Nel frattempo però torno al supermercato: è la quarta volta in sei giorni, ma ho di nuovo dimenticato di comprare qualcosa...
lunedì, aprile 06, 2009
Day 11, Il sogno americano svanito
Avete presente il classico detto "fare 30, ma non 31"?
Avete presente partire dalla difesa, scartare tutti quanti i giocatori avversari, arrivare a 3 metri dalla porta e calciare sulle tribune?
Io l'ho fatto... li mortacci mia!
E questo messaggio mi serva da lezione e monito.
ps. Aaaaaaaaahhhhhgggggggg!!!
Avete presente partire dalla difesa, scartare tutti quanti i giocatori avversari, arrivare a 3 metri dalla porta e calciare sulle tribune?
Io l'ho fatto... li mortacci mia!
E questo messaggio mi serva da lezione e monito.
ps. Aaaaaaaaahhhhhgggggggg!!!
Day 8, Pensandoci su
Mi sono trasferito da alcuni giorni in quella che sarà la mia nuova casa, almeno per qualche tempo. Avenue du Maine, a pochi minuti a piedi dalla gigantesca torre nera di Montparnasse, che domina il 14 Arrondissemant.
Sono al quarto piano, ma fortunatamente è presente un piccolo ascensore all'interno del palazzo. Senza di esso il trasloco sarebbe stato decisamente più emozionante.
La stanza che mi è stata assegnata è abbastanza luminosa e presenta un arredamento essenziale. Il letto è sistemato contro la parete di destra assieme a uno scaffale in legno, di mezza altezza e quattro ripiani. Dalla parte opposta si fa spazio un tavolo con sedia, un appendiabiti fitto fitto di appendini, un altro scaffale in legno e un terzo piccolo scaffale bianco, questa volta metallico, verniciato di fresco.
Dalla finestra di fronte, affacciata all'avenue, invece si scorgono i tetti e un ampio spicchio di cielo, lo stesso in grado di alternare sole, vento e pioggia due o tre volte nell'arco di un giorno solo.
Ah, quasi dimenticavo il l'asse da stiro. Al momento giace tranquillo in un angolo, assieme al suo inseparabile ferro, e prende come si suol dire la polvere. Ma potrebbe tornar tremendamente utile nel faccia a faccia con le camicie...
Torre Montparnasse
Sono al quarto piano, ma fortunatamente è presente un piccolo ascensore all'interno del palazzo. Senza di esso il trasloco sarebbe stato decisamente più emozionante.
La stanza che mi è stata assegnata è abbastanza luminosa e presenta un arredamento essenziale. Il letto è sistemato contro la parete di destra assieme a uno scaffale in legno, di mezza altezza e quattro ripiani. Dalla parte opposta si fa spazio un tavolo con sedia, un appendiabiti fitto fitto di appendini, un altro scaffale in legno e un terzo piccolo scaffale bianco, questa volta metallico, verniciato di fresco.
Dalla finestra di fronte, affacciata all'avenue, invece si scorgono i tetti e un ampio spicchio di cielo, lo stesso in grado di alternare sole, vento e pioggia due o tre volte nell'arco di un giorno solo.
Ah, quasi dimenticavo il l'asse da stiro. Al momento giace tranquillo in un angolo, assieme al suo inseparabile ferro, e prende come si suol dire la polvere. Ma potrebbe tornar tremendamente utile nel faccia a faccia con le camicie...
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