venerdì, giugno 07, 2013

Fuoco alle polveri

Capita che la primavera e/o l'estate tardino ad arrivare, così ci si ritrova a giugno a dover fare un Duathlon perché l'acqua è gelata. E mentre gran parte dei partecipanti non perdeva tempo a lamentarsi con gli organizzatori, nella mia testa già frullava l'idea che sarebbe stata una bellissima esperienza. Un po' perché non avevo mai fatto un duathlon prima, e un po' perché non sono un asso in acqua. Un asse di legno piuttosto.

Il formato è quello "corto", ovvero 10 km di corsa, seguiti da 40 di bici e infine 5 di corsa. La partenza è stata alquanto travagliata perché, complici delle indicazioni un po' approssimative di qualche volontario, mi sono ritrovato in coda al gruppone (più di 400 atleti) e con una stradina sterrata bella stretta come prima parte del percorso. Ciononostante, assieme a 2 miei compagni d'avventura del Club d'Issy, ho iniziato subito l'opera di rimonta, che è durata poi tutta la gara.

Prima frazione di corsa: manco 5 km e avevo già lo sguardo perso nel vuoto!

Una volta sulla due ruote, si inizia a spingere secco sui pedali. Molto bello il paesaggio dei dintorni di Belfort dove si disputava la prova (nella regione chiamata France-Comté), e caratterizzato da un profilo che è tutto un sali-scendi, proprio come piace a me.

La gestione delle transizioni sul Garmin è ancora da migliorare

Però c'è una cosa che mi ha sorpreso parecchio: il vedere gente con bici da crono, ruote profilate in carbonio, cambio elettrico, casco a goccia e chipiùnehanemetta (per un budget di >3000€ in totale), che poi vanno pianissimo in salita e non sono dei fulmini manco nei falsipiani.
Ok che ognuno può decidere di spendere i propri soldi come vuole, ma personalmente se avessi un ambaradan così per poi farmi superare da una bici da strada qualunque che costa un quarto... beh inizierei a farmi qualche domandina!


È finitaaaaa... a me il cibo!

L'ultima frazione di corsa invece è tutta a denti stretti: i crampi ai polpacci sono proprio dietro l'angolo e le ginocchia non salgono più come vorrei. Ma si tiene duro e si pensa all'arrivo, oramai vicinissimo.

Passo il traguardo e mi annunciano il mio piazzamento: 30simo! Sono praticamente senza parole, l'unica cosa che riesco a fare è quella faccia da ebete, prontamente immortalata nella foto... Di sicuro mooolto meglio delle più rosee aspettative. Ma pensarci bene mi sembrava che non ci fosse molta ressa al ristoro finale!