mercoledì, giugno 23, 2010

Che poi uno non ci crede

Ore 14:53 - Borsone guardato di sottecchi dal 99,9% delle persone incontrate su TGV e metro

... che porto su e giù bici sui treni oltre il confine.

Ore 15:21 - Nuovo velocipede nel locale trolley, passeggini & co. del pianterreno

;)

lunedì, giugno 21, 2010

1, 2, 3 prova!

Questa mattina mi son svegliato, erano le 8 passate da poco, e subito mi son precipitato a tirar su la tapparella per vedere che clima c'era fuori. Nel weekend infatti qui in Granda aveva fatto un po' di tutto, con sole e afa il venerdì, vento a raffiche e temporali il sabato, e ancora pioggia la domenica.
Ma questa mattina però non può far brutto! - mi ripetevo mentre ansioso trafficavo vicino alla finestra - Deve splendere il sole, perché oggi si prova la versione casalinga del triathlon olimpico. E il sole fortunatamente c'era, lì, alto sull'est ad aspettarmi.

Una colazione veloce, poi in camera a cambiarsi, preparare lo zainetto con costume e asciugamano, lucchetto per la bici, la borraccia con il Briovitase e via! Si parte alla volta della piscina, nell'aria frizzante delle nove e mezza di questo primo giorno d'estate atipica.
Sui pedali mi sentivo bene, la bicicletta da corsa che ho ritirato due giorni fa è fantasticamente indescrivibile. Tanto leggera da portare avanti che a volte penso che ci sia veramente un motorino invisibile dentro, come di quelli che vedi in qualche video online. Tanto silenziosa che sembra galleggiare sull'asfalto. Tanto alta che tocco solo sulle punte dei piedi, una roba che non capitava più da una ventina d'anni a questa parte!

Dopo questi dodici chilometri di quasi riscaldamento ero in piscina a Savigliano, alle 10 in punto. Sorvolando sul prezzo esorbitante dell'ingresso (con la stessa cifra di un ingresso estivo qui, in Francia mi faccio un mese di ingressi), e sulla mancanza di un porta bici sicuro all'interno, la sessione di nuoto è andata egregiamente. Eravamo solo in cinque, uno per ogni corsia, e il chilometro e mezzo a stile è andato via senza troppo forzare, a colpi di quattro, sei o otto vasche alla volta, in 50 minuti circa. Una doccia veloce, due Kinder cereali ed ero di nuovo fuori, pronto a riabbracciare il manubrio ricurvo della mia Olmo rossa.

Sulla strada del ritorno ho abbandonato la statale trafficata seguendo le vie che si snodavano per la campagna, arrivando fino a lambire Fossano. E poi di nuovo rotta verso casa. Le gambe rispondevano bene, mentre le braccia erano quelle a più soffrire delle buche e sconnessioni del manto stradale. Ma la cornice di montagne che si poteva ammirare oggi grazie al cielo limpido e l'assenza di afa, faceva dimenticare ogni male e fatica. Dopo poco meno di un'ora avevo coperto i 29 km del giro in bici. Non è la distanza regolamentare, ma diciamo che mi sono abbuonato il tragitto fatto all'andata, comunque sempre alla velocità media sopra i 30 km/h.

Bike session (29 km) [link]

Appena tornato a casa poi stavo quasi meditando di fermarmi. Non ero sicuramente al meglio della forma e iniziavo a perdere veramente un sacco di liquidi, più di quanto riuscissi a buttare giù. Una rinfrescata veloce con la testa sotto al rubinetto però è bastata per ridarmi la voglia di partire. Solo a livello mentale però, perché i piedi già li strisciavo quando manco ero uscito dal cortile di casa!
L'andatura della corsa quindi è stata la meno soddisfacente di tutte, riuscendo a coprire 9 km in ben 51 minuti. Ma non c'era davvero più benza nelle mie gambe. E anche nel resto del corpo.

All'una circa ero quindi di ritorno all'ovile, un tre ore e mezza circa dopo il via. Con i muscoli delle gambe molli come fossero di gelatina, la faccia di un colore rosso peperone stile insolazione/ustione, non più un centilitro di liquido da sudare via e lo stomaco chiusissimo, nonostante la voglia di ritrovare energia.
Ma avevo un sorriso grande così, che mi è stato stampato sul viso per un bel po'. Diciamo almeno fino a quando non son crollato sul divano per una pennichella epica!


Special thanks
Per questa prima prova, ma soprattutto per i mesi di allenamento fatti fin'ora, ci tengo a ringraziare apertamente:
- i miei genitori, che col tempo hanno imparato a darmi corda e non cercano (quasi) più di dissuadermi dal fare cose "strane";
- il libro Triathlon for Dummies [link] per alcuni preziosi consigli;
- YouTube, per i motivational [link] che riesce a proporre continuamente;
- gli amici con cui ho parlato in questo ultimo periodo, ché forse loro non lo sanno (o lo sanno BENISSIMO) che più mi dicono "tu sei matto!", più mi caricano! ;)

domenica, giugno 13, 2010

Gnam!

Son convinto di aver trovato una buona definizione di "padronanza" di una qualsivoglia attività: quando la si riesce ad eseguire decentemente mentre si pensa ad altro.
Ora, non so se possa rientrarci a pieno titolo, ma ieri mentre nuotavo pensavo ad un piatto di lasagne grosso così!


Ps. ho iniziato a registrare le mie nuotate in piscina sul sito Nageurs.com [qui il mio profilo]: le fonti per tener alta la competizione e la motivazione sono infinite! ;D

mercoledì, giugno 09, 2010

Questione di cera

Stamattina ho realizzato che non devo avere una bellissima cera quando torno dalla piscina, se la signora del piano di sopra oltre al classico "bonjour" si trova ad aggiungere anche un gratuito "bon courage" (buona fortuna)!

lunedì, giugno 07, 2010

Ciclista urbano

Il padrone del mondo
di Italo Calvino

Sono io il ciclista che passa per strada al mattino sul presto cantando
mentre voi vi girate nel letto destati al penultimo sonno
quel canto che non fate in tempo a sentirne la fine e si perde
e non siete riusciti a capire se canto per gioia o per rabbia:
io sono il padrone del mondo, ah! il padrone
e basta che alzi una leva e vi spengo la luna.
Ridò fuoco al sole buttandoci dentro il carbone,
so leggere bene le stelle e c'è scritto: la la la la.

Sono io il ciclista che grida correndo alla donna che passa e non guarda:
«Bella bruna!» e le strappa un'occhiata che dura soltanto un secondo.
Ma in quell'attimo è come essa fosse più mia che di tutti voialtri
e continuo la strada inghiottendo aria gelida e canto tossendo:
io sono il padrone del mondo ah! il padrone
e basta che alzi una leva e vi spengo la luna.
Ridò fuoco al sole buttandoci dentro il carbone,
so leggere bene le stelle e c'è scritto: la la la la.

Sono io che disturbo il riposo di voi che tenete in mano i comandi
del potere o magari soltanto vi fate illusione di tenerli
e vi dite: «Ma questa canzone è l'annuncio che non conteremo più niente
od invece è qualcuno che vuol canzonare se stesso cantando?»
Io sono il padrone del mondo ah! il padrone
e basta che alzi una leva e vi spengo la luna.
Ridò fuoco al sole buttandoci dentro il carbone,
so leggere bene le stelle e c'è scritto: la la la la.





da Piccolo Trattato di Ciclosofia
Didier Tronchet

Il ciclista urbano è per sua natura un inventore.
La solitudine, in mezzo a una marea di automobili, gli conferisce la sensazione di doversi battere per imporre il proprio universo.
Il suo mezzo di trasporto arciminoritario lo conforta nell'idea che egli vive nell'era gloriosa dei pionieri, che c'è molto di nuovo da inventare.
E questa pagina bianca nella storia dell'umanità, scritta con i suoi copertoni, è una bella sfida che egli raccoglie ogni giorno, sollevando la testa, un occhio alla circolazione, per evitare di essere un martire prematuro della scienza.
Ecco perché, signori automobilisti che li insultate, signori agenti che li multate, ecco perché i ciclisti descrivono ineffabili arabeschi sulla carreggiata, ecco perche' passano con il rosso o salgono sui marciapiedi.
In un organismo urbano in cui sono solo un corpo estraneo, in una città ostile, s'inventano un modo di essere che non è stato previsto per loro.
Tratteggiano nello spazio la minuta di una città in bicicletta: tracciano e cancellano.
Le loro evoluzioni sono rimorsi d'artista. Sono tutti presi nel loro atto creativo, nello schizzo febbrile. Non giudicateli adesso, ma quando avranno terminato la prima stesura.
Nell'attesa, smettetela con questi colpi di clacson, fate silenzio e trattenete il respiro come fareste davanti ad un bambino che fa i primi passi in un equilibrio sempre sul punto di infrangersi.
Osservateli con indulgenza commossa.
Cercano, barcollando, un nuovo equilibrio che rimetterà in marcia la città.

(brani tratti da OneMoreBlog)

domenica, giugno 06, 2010

Vélo by night

C'è una cosa che già so mi mancherà di questa parentesi parigina nella mia vita. Ed è il tornare a casa in bicicletta, nelle notti d'estate, pedalando dolcemente, senza forzare, dopo una serata di bagordi. Attraversare quelle vie congestionate e brulicanti di mezzi dal motore a scoppio di giorno, che diventano sgombre e come assonnate, quando si fa buio.