giovedì, aprile 09, 2009

Day 15, Cose semplici e banali

Improvvisamente mi si sta iniziando ad allargare la visione della quotidianità che da anni era fissa sulla stessa angolazione. Per me il ritrovarsi a badare a sé stessi in tutto e per tutto è una cosa assolutamente nuova, e mai e poi mai me ne sarei accorto se fossi rimasto dov'ero.
Un esempio molto grezzo e materiale può essere questo.
Dalla posizione in cui sono ora riesco a vedere molte cose, dei vestiti, alcune penne, una rivista, una guida del telefono, un pesce rosso, ecc. Sono tante queste cose e tutte assieme costituiscono quello che è il "mio mondo", a cui sono abituato, affezionato o soggiogato.
Ma altrettante sono precluse alla mia vista, coperte, nascoste da un tavolo, dallo scaffale, dal monitor stesso del pc che mi sta di fronte. Come se non esistessero.
Ora, se non potessi muovermi potrei anche mai accorgermi di tutto ciò che invece c'è, è presente, dietro.
Questione di prospettiva.
E' una frase che ho già sentito molte altre volte, ma solo adesso riesco a capire. E la presa di coscienza è per me ancora più forte perché si manifesta in occasioni frequenti, in azioni del tutto quotidiane e "normali", come il cucinare, il fare la lavatrice, il tenere pulita e in ordine la stanza, il fare la spesa.
A poco a poco ci farò sicuramente l'abitudine e cesserò di meravigliarmi di queste situazioni.
Nel frattempo però torno al supermercato: è la quarta volta in sei giorni, ma ho di nuovo dimenticato di comprare qualcosa...

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