lunedì, gennaio 30, 2012

Fatemi scendere

È un periodo che non ho più il controllo su cosa sto facendo. Mi sento come un cavallo bendato al galoppo in una foresta piena di insidie, col fiato di un predatore sul collo e il cielo pronto a scatenare una fragorosa tempesta. Mi trovo preso in un grigio turbinio di faccende affaccendose che non mi lasciano né il tempo né il modo di pianificarmi un minimo la mia vita. E chi mi conosce sa che io non posso vivere serenamente senza un poco di organizzazione.
Ogni volta che apro il mio calendario mi si chiude lo stomaco e a fatica sto riuscendo a non soccombere e portare avanti qualcosa. Piazzo qualche allenamento qui e là quando capita, ma non so neanche io perché, se per sfogare lo stress o per non sentirmi in colpa guardando il log mezzo vuoto.
Devo scendere, devo rallentare, e riprendere redini e timone.


(ma una qualsiasi altra dei Prodigy descriverebbe il bordello che ho in testa adesso)

domenica, gennaio 15, 2012

Fuck u serendipity

Quando qualcuno vi consiglierà di andar fuori a fare due passi, perché fa bene alla testa, fa prendere aria ai pensieri, ecc, non gli credete. Son tutte balle. Non serve a un bel niente camminare, né prendere aria. Tutt'al più potrebbe farvi riscoprire della musica nuova. Il che non è male, si potrebbe argomentare, ma non è quello per cui ero uscito io.

Yann Tiersen - colonna sonora di Amelie

giovedì, gennaio 12, 2012

Buona la prima

E voilà come promesso ad inizio anno, via con le nuove esperienze! E si inizia dallo sport nuovo, anche se qui ho barato un pochino, perché ne parlavo coi miei amici già a dicembre...

In ogni caso ieri c'è stato per me il battesimo dell'arrampicata indoor a MurMur! Ma perché l'arrampicata?
La risposta è semplice: perché mi ha sempre incuriosito da matti, sin da quando andavo in montagna e vedevo 'ste rocce enormi lungo il sentiero. Anche se devo ammettere che una volta pensavo che sto sport in palestra fosse roba da fighetti. Osservazione basata sul nulla, ovviamente, come una sorta di superstizione. E che ho corretto nel mio cervello parlandone un po' con gli amici che hanno iniziato questo sport nei mesi scorsi.



Così ieri mi son ritrovato a MurMur, questo simpatico complesso costruito sotto gli archi che sorreggono la metro poco fuori Parigi, accompagnato da Filomena, che si è pure dovuta prendere la responsabilità del sottoscritto principiante. Dopo le prime spiegazioni sul come ci si annoda, come si fa sicurezza e come si sale, so partito. Un po' titubante, è vero, ma son partito. E una volta su (di 2 metri ndr) mi è subito salita la strizza, ché poi per scendere mica ero così sicuro di lasciarmi andar a peso morto. Ma niente paura, la mia guida era là per rassicurarmi, e tutto è andato liscio come l'olio!

Le due ore son passate senza che me ne accorgessi, tra una via e una risata, e alla fine anche i dolori alle braccia/spalle/schiena erano meno acuti di quanto temessi. Un successo pieno dunque! Ora mi tocca pensare a quando tornare, anche se meglio non trascurare gli altri 3-sport-in-uno...



ps. il nome della mia guida è di pura invenzione, per proteggere la praivasi di Mary. Contenta? :D

martedì, gennaio 10, 2012

Questi sì che son sogni strani

Sarà il gelato che ho mangiato ieri all'una perché mi ero stufato nel vederlo nel congelatore da mesi, o sarà che ero ancora stressato a causa del ritardo del treno subito la sera prima, ma la scorsa notte ho sognato che mi trovavo a girare per Londra, da solo. È pomeriggio, c'è il sole ma fa anche freddo, e tra poco calerà la sera. Ma non so dove andare a dormire, inizio a preoccuparmi, poi girando la testa e vedo Chris McCormack*, che mi invita a casa sua, e io sono contento perché qualche settimana fa ho ripassato l'inglese per un esame, e anche se ha un accento un po' strano da Australiano lo capisco alla perfezione. Mi  porta a casa sua, che è tutta gialla e con mobili in stile Rococò, mi presenta alla moglie alla sua figlioletta e poi ci sediamo a mangiare, che nel frattempo mi è venuta proprio fame.

Poi mi son svegliato, peccato, stavo per chiedergli dove avesse trovato quei mobili e se mi faceva fare un giro sulla sua bici, proprio come fanno i bambini con gli amiciamici.



* per chi non lo conoscesse, è un professionista di triathlon, due volte campione mondiale di IronMan a Kona.

lunedì, gennaio 02, 2012

Cambio di strategia

Ho deciso di dare un piccolo (ma sostanziale, passatemi l'ossimoro) cambio di rotta. Che mi sia venuto in mente ieri, primo giorno dell'anno nuovo, è puramente casuale. Ma sarà così più facile ricordarsi la scadenza.

Personalmente ho sempre ritenuto la strategia del volare basso una gran trovata. È molto simile a quella, molto conosciuta tra gli studenti di ogni età, "punta al 6, alla sufficienza, e quello che viene in più è tutto di guadagnato". Si fa un patto con sé stessi, poi ci si mette d'impegno, oppure mica tanto, e si spera nel meglio. Quando il dado è tratto, due scenari son possibili: un'insufficienza o un bel voto. Nel caso uno, dell'insufficienza, ci sarà un po' di amarezza. Ma in fondo chissenefrega: sei solo tu a saperlo, a dovertela smaltire, e nessuno verrà a sapere che ci tenevi. Nel caso due, se arriva un bell'8 per esempio: sarai contento, ti complimenterai e gioirai per la conquista. Ma è un sentimento effimero, che scompare non appena ti rendi conto che avresti potuto aspirare a meglio ancora.

Alcuni giorni fa ho assistito al discorso di un campione nazionale in carica, di cosa conta poco in questo contesto. Si riteneva molto soddisfatto per i risultati ottenuti e puntava alla riconferma nella prossima stagione. Il mio primo pensiero è stato: "Scemo, non stare lì a campar in aria promesse che non hai la certezza di mantenere, che se poi arrivi secondo ci rimetti la faccia!" Quello che ha fatto quella persona è l'esatto contrario del volare basso, e mi ci è voluto un po' per capirne il senso. La sua strategia è infatti un "puntare al 10", eleggendo delle persone che han fiducia in lui (nel suo caso il pubblico e i suoi fans) a giudici di questa scommessa. Questi giudici costituiranno una spinta in più nella prova finale, ma soprattutto durante i momenti di sconforto e scarsa motivazione durante la preparazione. Saranno coautori dell'impresa e con essi si dividerà sia l'amarezza, in caso di sconfitta, o la gioia, nel caso di riuscita. Una gioia che sarà quasi amplificata, perché non coinvolgerà una persona sola, bensì una moltitudine di altri sostenitori, amici, tifosi. Proprio come il ragazzo di Into de wild insegna, Happiness only real when shared (la felicità è reale solo quando è condivisa).

Tutta questa lunghissima introduzione per dire che voglio provare pure io questo cambio di tattica. Inizierò con un esercizio semplice, prefissandomi tre semplici obiettivi per il 2012: imparare una lingua nuova, praticare uno sport nuovo e imparare a ballar la salsa.

Ma andiamo con ordine con qualche precisazione. Di lingue nuove ce ne sono a bizzeffe (ne parlo e parlicchio 3 per ora: italiano, inglese e francese), il che mi lascia una scelta quasi infinita di nuovi idiomi. Ma di sicuro non partirò con una lingua troppo complicata o peggio parlata solo all'altro capo del globo. Sport mai praticati ce ne sono pure lì un mare, ché non mi son mai lanciato troppo a sperimentare, rifugiandomi nel "non son capace". Sulla salsa invece non si discute, semplicemente perché non mi ci vedo ballare nient'altro! Mi sembra una buona base di partenza ed ora che li ho resi pubblici, non mi resta che iniziare a lavorarci su. Rendez-vous tra 364 giorni per la mia piccola condivisione di amarezza o di gioia!