domenica, luglio 25, 2010

3, il numero perfetto

Alla fine si è tenuto, la scorsa domenica, il Triathlon de Paris [qui il sito ufficiale] per quest'anno. E nonostante le buone intenzioni che avessi per andare a fare un po' di foto già di buon mattino, non ce l'ho fatta a tirarmi giù da letto in tempo. La partenza era fissata per le 8.15, e quindi mi sarei dovuto svegliare almeno un'oretta prima per far colazione, cambiarmi, prender la metro e posizionarmi con la fotocamera... un po' eccessivo!

Così quando son arrivato sul posto, ai piedi della Tour Eiffel, erano le nove e mezza circa. Quel tanto di ritardo che bastava per farmi perdere la prima parte di gara, quella di nuoto nelle acque della Senna. Le foto che seguono quindi si riferiscono solo alla parte di ciclismo e quella finale di corsa.


Triathlon de Paris - 2010

Su questo sito però si possono trovare delle foto della prima parte: Nageurs.fr/Triathlon [sito]

Quello che più mi è rimasto impresso della giornata era lo spirito di festa che aleggiava. Tolto il primo gruppo di professionisti, per tanti altri era una giornata piena sì di fatica, ma anche di grandissima gioia. Che si manifestava soprattutto verso la fine, quando il traguardo era ormai un arco blu ben definito. E si potevano vedere signori non più giovanissimi varcare la fine con un sorriso a 32 denti, genitori che correvano gli ultimi metri con la propria figlioletta per mano, o ragazzi dietro le transenne che incitavano la propria mamma per le battute finali, dopo aver loro stesso completato la prova.

Natation en Triathlon 2010 - www.Nageurs.fr

Galvanizzato dalla giornata, questa settimana ho ripreso ad andare a nuoto durante la pausa pranzo, alternandola con la corsa dopo il lavoro e altri 95 km di bici il sabato.
E oggi ho ordinato la mia prima Trifonction, un completo appositamente studiato per nuotare, pedalare e correre, tutto in uno. Non si finisce mai... di spendere!

Ora devo solo più scrivere al Club di Triathlon che ho trovato "vicino" casa per chiedere informazioni e provare per un po' allenamenti. Al ritorno dalle vacanze però! ;)


Ps. Quasi dimenticavo: onore al vincitore della gara in distanza Olimpica, Chivot Arnaud, un francese che ha completato 1500 metri di nuoto in circa 19', i 40 km di bici in circa 58' e i 10 km di corsa in poco più di 33'. Per un totale di meno di 1h e 50'.
La prima classificata femminile, Saint Louis Fabienne, invece ha completato le tre prove in circa 20', 58' e 39', per un totale di 1h57'. Robe da matti!

sabato, luglio 24, 2010

Peace & Love

Oggi mentre tornavo da far la spesa, passando vicino ad un parco, son passato di fianco ad un uomo, seduto per terra in un angolo, con vicino una bottiglia di rosé mezza vuota e attorniato da una nuvoletta di fumo un po' denso.

Quando mi ha visto ha alzato la testa e ha esclamato "Je serai con, ma j'aime ça!", che tradotto viene all'incirca "Sarò stupido, ma mi piace questo!"

Contento te, contenti tutti. :)

martedì, luglio 20, 2010

Il giusto contrappasso

Dannati pedoni distratti della mattina, che attraversano la strada col rosso, senza accertarsi che non stia arrivando qualcuno. Dante avrebbe dovuto prevedere un girone dell'inferno tutto per loro. Dove, per contrappasso, siano obbligati a restare sdraiati per terra, mentre un fiume incessante di biciclette li investe continuamente.

domenica, luglio 18, 2010

Tra bitume, grano e foreste

Ieri finalmente, dopo quasi un mese da quando ho portato su la nuova bici, son uscito per un giro come si deve. Pochi bagordi la sera prima, sveglia alle 8 e una colazione sostanziosa e poi via! a ripassare la strada su Internet e a trascriverla su un pezzetto di carta di 5x10 cm!

Perché sul Pc tutto sembra facile e scontato, tipo "prendo a nord, sempre dritto, arrivo in quel paesino e proseguo per l'altro", e anche la cartina la fa semplice.

Paris - Cuisy - Paris

E il primo tratto a onor del vero è andato bene e seguendo il il canale, dopo appena una quindicina di chilometri, ci si ritrova in un'ombrosa foresta. Lo chiamano Parc National de Sevran, ma per me è una foresta, con alberi alti così e un fitto sottobosco. Poi, una volta superata la little amazzonia, ci si ritrova in aperta campagna francese, col biondo del grano che si perde a vista d'occhio, spruzzato un po' di verde qui e là.

Sorvolando sulla scarsità di indicazioni tra un paesino e l'altro (pare infatti che i cartelli li mettano solo davanti al comune, per cui in caso di indecisione il primo passo è sempre cercar la casa del sindaco..), devo invece dire che gli autoctoni si sono sempre ben comportati, senza far troppe smorfie quando chiedevo loro la strada per proseguire. E anche non mi hanno mai dato consigli sbagliati. Se trascuriamo che una arzilla nonnina che mi ha fatto passare per una mulattiera con pietre grosse come meloni. E vetri frantumati assieme alla ghiaia per 2 km.

A metà percorso lo stomaco ha iniziato a farsi sentire, così ho dato fondo alle 2 barrette energetiche che mi ero portato e seccato mezza la borraccia. E ho incontrato un altro ciclista, un ragazzo più o meno della mia età che tornava anche lui verso Parigi. Così abbiam fatto due parole e poi ci siam messi a pedalar decisi. E mentre riattraversavamo i villaggi e poi la foresta, io sognavo piatti da tre etti di pasta fumante, bistecche ai ferri, frittate di zucchine. Un genere di visioni mistiche che era da un po' che non apprezzavo.

Quando infine siamo arrivati alle porte della città, nei pressi del Parc de la Villette, ho salutato l'instancabile ciclista per fare una piccola sosta. Avevo visto una creperia aperta! Dopo una crepe alla Nutella, una lattina di the e una sgranchita al posteriore ero pronto per ripartire con direzione casa.

Il bilancio finale conta poco più di 100 km, in quasi 4 ore. E me ne son servite 10 di sonno dopo per riprendermi!

giovedì, luglio 15, 2010

Vivendo nel futuro presente

Son tornato su un "vecchio" album ieri pomeriggio, Living in the present future, di Eagle-Eye Cherry. Un artista che quasi tutti si ricordano solo per la celeberrima Save tonight.
Ma a me è sempre piaciuto di più questo secondo album, rispetto al primo in cui comparve la sopracitata hit.

Questo secondo album, dicevo, uscì nel 2000, già son passati dieci anni, e fu mia sorella a comprarlo. O forse fu regalo per lei? Poco importa. Era e rimane una scintillante cassetta dalla copertina blu e nera, semplice, con su il volto del cantante e poco altro. Ma lei non l'ascoltò molto, o per quanto ricordi, meno di quanto non lo feci io. Si adattava a una moltitudine di situazioni e svaghi. E quando avviavo la riproduzione, quando quel sottile nastro nero scorreva e le parole di diffondevano, semplicemente non riuscivo a premere "stop".

Così quando l'ho ripreso ieri pomeriggio, mi son riaffiorati innumerevoli flash, come fotografie, istantanee di momenti vissuti mentre quelle stesse note facevano da inconsapevole sottofondo.

E mi son reso conto, così d'improvviso, che è uno dei pochi album di cui mi piacciono tutte le canzoni. Un fenomeno quantomeno raro.


Eagle-Eye Cherry - Are you still hving fun?

mercoledì, luglio 07, 2010

Gettin' older

Una ventilata serata di mezza estate, cinque amici, bocce da petanque e Pastis. Io direi che ci stiamo gallizzando un po' troppo!

giovedì, luglio 01, 2010

Nuotando nell'aria

Anzi, di sto periodo si boccheggia e basta. Neanche fa bisogno di agitare le braccia a crawl, per ritrovarsi malidi da capo a piedi.

Che già di notte, con più di diciassette gradi Celsius, la stanza pare una fornace zeppa di carbon vivo.
E mentre d'inverno il suono della sveglia è quanto di più sgradito al mondo, capace di strapparti dal tepore del piumone nel bel mezzo del più bel sogno, con la stagione estiva si tramuta in un canto di vittoria, che sembra quasi la campanella dell'ultimo giorno di scuola.
L'effetto rigenerante della doccia mattutina ha una durata media di venti secondi, o poco più.

Poi una volta in strada, in sella al mio fido destriero gommato verso Place d'Italie, puntuale mi sale lo spirito di competizione, quando vedo l'ignaro ciclista che mi sorpassa in discesa. E mi trovo così ad affrontare la salitella finale con un impeto e certe smorfie, ma non certo la velocità, degne del miglior Coppi.
Al lavoro si scopre infine che l'impianto di climatizzazione nuovo e già fuori uso dopo il primo giorno di utilizzo. Quando dalle grate del soffitto sono scese candide goccioline di condensa, fin sui nostri computer.

Ma qual è il perché di tutto questo sproloquio di quotidianità, sorge spontaneo chiedersi?

Semplice. Per dire che io vorrei, tenacemente, non parlare del caldo. Ma son evaporate tutte le altre idee.


Marlene Kuntz - Nuotando nell'aria