"Preparatevi a delle uscite più lunghe del solito - ci avevano avvisato i coach via email - e ricordatevi di portare una lampada frontale e delle scarpe da Trial se le avete."
Al che avevo iniziato a panicare un po'.
Una rapida tappa da Decà (perché Decathlon è troppo lungo per i francesi, che han la mania di abbreviare qualsiasi parola, come se non fosse ancora abbastanza difficile capirli) e avevo la mia lampada frontale. Per le scarpe decisi invece di aspettare e vedere se sarebbero state necessarie dopo le prime sortite.
La mia fida Petzl Tikka 2
E alla fine il lunedì sera, dopo il riscaldamento di rito allo stadio, siam partiti per le vie di Issy, abbiamo attraversato qualche stradina ancora piena di traffico dei lavoratori in rientro e ci siam addentrati nella foresta di Meudon.
All'inizio mi erano parse eccessive tutte quelle premure sulla luce e le scarpe, ma una volta dentro mi son dovuto ricredere. Il sentiero era sì ben tracciato, ma gli alberi tutto attorno erano piuttosto fitti e spuntavano qui e là, tra le foglie, delle radici o dei ceppi mozzi alti una decina di cm.
Qualche click nell'aria e le lampade iniziavano a far il loro lavoro, spazzando via l'oscurità davanti ai piedi e con essa gran parte dell'iniziale apprensione. E ho iniziato così ad apprezzare meglio l'uscita, in quell'ambiente inconsueto, quasi ovattato, senza il rumore di auto o clacson, ma solo il suono dei passi sulle foglie.
Corri tu che corro anch'io, siam rientrati dopo circa un'ora e tre quarti di sali e scendi nel bosco. E mi sentivo davvero bello crevé, ovvero scoppiato. Ma allo stesso tempo pervaso di una benefica sensazione di appagamento... tanto che già non vedo l'ora di tornarci in quella foresta!
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