E' giovedì mattina. La sveglia ha suonato come al solito, puntuale alle 7h30 come ogni altra mattina.
Questa volta però non è bastata, un tocco soltanto sul tasto in alto a destra e il silenzio è tornato a riempire la stanza.
Quando poi mi son deciso che è l'ora di schiarirsi le idee e alzarsi, è già passata almeno mezz'ora. E sono in ritardo.
L'ultimo giorno in città, per questo anno che sta precipitosamente arrivando al capolinea.
Con un gesto deciso faccio da parte il piumone e un colpo d'aria più fredda subito viene ad avvolgermi le gambe. Mi metto a sedere, sul lato sinistro del letto, mentre noto un'insolita pesantezza nel tirare su la testa dal cuscino. Un residuo del mirto di ieri sera, penso.
Ma non c'è tempo per le lagne, decido di alzarmi e prima ancora di vestirmi spalanco la finestra e apro la persiana che dà sulla strada di fronte al mio palazzo.
Un paesaggio nuovo mi accoglie, benché familiare, così bianco, ovattato.
Alcuni centimetri di neve sono già scesi a ricoprire ogni cosa, dai tetti alle panchine, alberi e marciapiedi, cancellandone i colori.
E un sorriso si abbozza sul viso per questo inaspettato regalo, proprio nel giorno della partenza: è arrivato il momento di fare le valige, si torna a casa!
domenica, dicembre 20, 2009
venerdì, dicembre 18, 2009
Day 276 - Luci e colori
In alcune strade si stanno facendo largo le prime luminarie natalizie. A dire il vero dovrebbero essere ben 25 le vie addobbate a festa, ma chissà dove sono. Non ho più girato molto ultimamente.
Però c'è il municipio del mio arrondissement, il 14°, che mi piace un sacco. E sarà perché il più vicino a casa, proprio sul tragitto che seguo a ritorno dal lavoro, ma è l'unico che si è meritato una sosta per un paio di foto, a qualche grado sotto zero.
Però c'è il municipio del mio arrondissement, il 14°, che mi piace un sacco. E sarà perché il più vicino a casa, proprio sul tragitto che seguo a ritorno dal lavoro, ma è l'unico che si è meritato una sosta per un paio di foto, a qualche grado sotto zero.
martedì, dicembre 08, 2009
Day 269, Long term thinking
Mi piace quando pianifico per bene qualcosa. Quel senso di certezza che deriva dall'essermi preso il tempo dovuto per sviscerare i pro e i contro di una scelta, è una cosa che mi fa stare in pace.
Come questa cosa della corsa mi piace, mi piace seguire questo allenamento, perché per me è come una ricetta: se seguo tutti i punti, miscelo bene gli ingredienti, dall'inizio alla fine, so che raggiungerò il risultato finale (che ha la forma di un enorme panettone candito e farcito col mascarpone, per ora).
E anche se succede a volte che non ho voglia, o incrocio pensieri sulla falsariga di "chi me l'ha fatto fare?", o c'è qualche cos'altro più allettante da fare, non mi va di rimandare troppo l'allenamento. E' come se mancassi il sale nell'acqua che bolle per la pasta, gisuto per fare un paragone con la mia sublime arte culinaria.
Certo però che stasera alla cena al ristorante dentro il Louvre, organizzata in concomitanza con una conferenza europea all'Università (e quindi offerta), con annessa visita guidata di sale inedite, ci potevo anche andare.
E invece no, si va a provare questa nuova distanza, una mezza maratona di ventuno chilometri, sotto questa simpatica pioggerellina nebulizzata.
Senza neanche sapere il tempo finale, tra l'altro. Maledetto orologio da quattro soldi, la prossima volta che sgarri ti tiro sotto un pullman.
Thornley - So far so good
Come questa cosa della corsa mi piace, mi piace seguire questo allenamento, perché per me è come una ricetta: se seguo tutti i punti, miscelo bene gli ingredienti, dall'inizio alla fine, so che raggiungerò il risultato finale (che ha la forma di un enorme panettone candito e farcito col mascarpone, per ora).
E anche se succede a volte che non ho voglia, o incrocio pensieri sulla falsariga di "chi me l'ha fatto fare?", o c'è qualche cos'altro più allettante da fare, non mi va di rimandare troppo l'allenamento. E' come se mancassi il sale nell'acqua che bolle per la pasta, gisuto per fare un paragone con la mia sublime arte culinaria.
Certo però che stasera alla cena al ristorante dentro il Louvre, organizzata in concomitanza con una conferenza europea all'Università (e quindi offerta), con annessa visita guidata di sale inedite, ci potevo anche andare.
E invece no, si va a provare questa nuova distanza, una mezza maratona di ventuno chilometri, sotto questa simpatica pioggerellina nebulizzata.
Senza neanche sapere il tempo finale, tra l'altro. Maledetto orologio da quattro soldi, la prossima volta che sgarri ti tiro sotto un pullman.
Thornley - So far so good
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