Si diceva dunque che domenica è stato il solstizio d'estate, il giorno che decreta ufficialmente l'inizio dell'estate ed è caratterizzato dalla maggior durata del dì. Dati alla mano si parla di un sole che sorge alle 5.48 e tramonta alle 22.00, ovvero poco più di sedici, e dico SEDICI, ore di illuminazione non-stop.
Quale giorno migliore per piazzarci una Festa della Musica, con decine di gruppi, cantautori, improvvisatori, interpreti, cantanti e menestrelli per tutta Parigi?
Io sinceramente non mi aspettavo così tanta gente, o per lo meno non di più di quella che c'è normalmente durante i weekend nei posti più turistici. E invece mi son dovuto ricredere.
Era come un torrente dopo una settimana di piogge ininterrotte, come se avessero annunciato dei saldi in ogni negozio, o se avessero deciso di regalare il gelato (GROM ovviamente) a tutti coloro che si gettavano in strada.
E da quasi ogni angolo proveniva una musica diversa, tant'è che camminando per le vie sentivi le note come mischiarsi tra loro a formare una melodia nuova.
C'erano band più organizzate, con tanto di grandi amplificatori, microfoni e leggio per i testi. E ragazzi che improvvisavano con una chitarra soltanto, e una gran voglia di farsi sentire. Cori diretti da impeccabili maestri, tirati di tutto punto. E dj che riversavano pezzi ritmati dalle finestre di un appartamento al primo piano di una casa qualunque.
Un grande evento, decisamente, che ricorderò senza dubbio. Come ricorderò l'incredibile sforzo che ho dovuto coompiere per restare sveglio durante la riunione del mattino seguente, nonostante la RedBull a colazione.
Paris VI, Fête de la Musique