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Sull'architettura
Osaka e Kyoto fanno pieno sfoggio di una marcata incoerenza architettonica. Sarà il loro spirito di rinnovo o chi lo sa, ma si possono trovare palazzoni multifamiliari squadrati di fianco e di lussuose villette con tetto a pagoda, e piccoli templi shintoisti vicino a sale giochi.
Sul traffico
Se c'è una cosa che il Giappone mi ha insegnato è che "Un mondo senza clacson è possibile!" Parrebbe lo slogan di una campagna elettorale sonoro-ambientalista, e invece no, è la realtà qui. In una settimana avrò sentito suonare il clacson due volte, in entrambi i casi erano pullman intralciati da un taxi. Due categorie che già odio di mio, figurati quando intaccano così la mia zenitudine.
Sull'autarchia automobilistica
Ancora più marcata che in Francia, dove non scherzano di certo. Qui ho visto una volta sola un'Alfa rossa e l'ultima mattina una Peugeot cabrio. La triade tedesca, Mercedes-BMW-Audi è un poco più diffusa, ma direi che non arriva al 5% delle auto in totale. Che comunque son molto spesso piccole e squadrate, per ottimizzare gli ingombri e lo spazio interno, a scapito del design esterno.
Sulle bici
Davvero forte la presenza di bici a Kyoto! Leggevo che ciò è dovuto anche in parte alla superficie relativamente piatta sulla quale si espande la città. Fatto sta che in tanti si spostano sulle 2 ruote, e non solo giovani su fixed gears, ma anche lavoratori incravattati e lavoratrici col tayeur, genitori con passeggini, e bimbi col caschetto. A conti fatti direi che dopo Amsterdam (ovviamente) e Ravenna, questa è la città con più bici che abbia mai visto; molte più che a Parigi e cento volte più che in provincia di Cuneo...
Sul savoir faire
Assolutamente imbattibili sotto questo punto di vista. Di una cordialità e rispetto da far quasi sentire in imbarazzo. Prendiamo per esempio una scena tipica di un turista del vecchio continente in un ristorante o in un negozio, che chiede informazioni su un prodotto. Ebbene loro cercano sempre di risolvere ogni dubbio o problema, senza mai dire "no", anche se magari non ci si capisce al 100% con la lingua, chiedono l'aiuto del colleghi o di un menù con figure. E pur essendo sempre presenti in caso di bisogno, sanno non essere mai invasivi se si vuol solo dare un'occhiata in giro!
Sul comportamento a tavola
La prima cosa che si nota è che ti portano sempre una salvietta umida prima del pasto, per igienizzare le mani senza passare dalla toilette. Però non ci sono i tovaglioli tradizionali in stoffa, solo altre salviette di carta, per pulirsi la bocca dopo il pasto. Per posare le bacchette e posate tra una portata e l'altra c'è sulla tavola un piccolo holder, un supporto, che può variare molto di forma e materiale.
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