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lunedì, aprile 01, 2013

Ci vuole coraggio

Non credo a chi segue il mito della "ricerca della felicità". La felicità per me non la si cerca, tanto meno la si trova.
La si coltiva, con cura e dedizione. La si coglie, quando scegliamo di accettare o meno determinate opportunità. La si assapora, quando ci si dedica alla propria passione. La si vive, quando scegliamo di passare il nostro tempo con determinate persone, invece che altre.
La felicità si costruisce, un po' tutti i giorni, un mattone alla volta. Con pazienza, determinazione, e un po' di coraggio.

martedì, novembre 27, 2012

Doctor of Philosophy

Pausa forzata quella degli ultimi tempi. In realtà non mi sono fermato un attimo, anche se non ho corso, né nuotato, né pedalato per più di 15 giorni di fila. Tutto il mio tempo e le mie forze sono state assorbite dalla preparazione della discussione della tesi di dottorato, svoltasi la settimana scorsa.

Giorni impegnativi, così come molto impegnativa è stata la combinazione "presentazione + domande" durata più di due ore: una sudata che supera quella di un triathlon olimpico! Dopo la consultazione della giuria è arrivato il verdetto positivo: sono Dottore con menzione molto onorabile. Ma non chiedetemi cosa voglia dire.

Sorrisi da paresi facciale per mio cugino ed io,
dopo la 2h di discussione in lingua anglosassone.


E dopo è stato un susseguirsi di festeggiamenti, in una 3 giorni non stop con amici e colleghi, caratterizzati da continui rientri all'alba.

Questa settimana è quindi il momento giusto per provare un nuovo modo per farsi del male, sportivamente parlando. E quale metodo migliore dell'Insanity Workout?
É una cosa tipicamente americana, un insieme di fitness e lavori cardio con motivatore iper-palestrato che grida di continuo, e che quindi non mi va molto a genio di solito. Ma ho deciso di darci una possibilità, facendo ieri mattina il primo allenamento di 35 minuti, il fit-test. In serata invece son tornato sull'asfalto, per 7km tranquilli con l'amico Gege anche lui al ritorno dopo la lussazione della spalla.

Risultato?
Oggi ho male dap-per-tut-to, che manco riesco ad alzarmi dalla sedia o a far le scale. Ouch!

martedì, aprile 03, 2012

Road to success

"Success is not achieved by winning all the time. Real success comes when we rise after we fall. Some mountains are higher than others. Some roads steeper than the next. There are hardships and setbacks but you cannot let them stop you. Even on the steepest road you must not turn back".
- Muhammad Ali
 
"Il successo non lo si raggiunge vincendo sempre. Il vero successo arriva quando ci rialziamo dopo una caduta. Alcune montagne sono più alte delle altre. Alcune strade più ripide delle successive. Ci sono avversità e sconfitte, ma puoi lasciare che ti fermino. Anche sulla strada più ripida non ti devi guardare indietro."
- Muhammad Ali


Agosto 2012 - sulla strada per il Colle dell'Agnello

sabato, marzo 24, 2012

Priorizzare, vol.2

Se nel processo di priorizzazione ci sono troppi sconvolgimenti, tipo scivolate di 2-3 posizioni nella lista di un elemento, non è affatto un buon segno. La fretta e l'impulsività sono cattive consigliere, e io l'ho vissuto sulla mia pelle. Le cose che sono importanti e lo sono state per anni, non possono né devono sparire in modo troppo repentino.

lunedì, gennaio 02, 2012

Cambio di strategia

Ho deciso di dare un piccolo (ma sostanziale, passatemi l'ossimoro) cambio di rotta. Che mi sia venuto in mente ieri, primo giorno dell'anno nuovo, è puramente casuale. Ma sarà così più facile ricordarsi la scadenza.

Personalmente ho sempre ritenuto la strategia del volare basso una gran trovata. È molto simile a quella, molto conosciuta tra gli studenti di ogni età, "punta al 6, alla sufficienza, e quello che viene in più è tutto di guadagnato". Si fa un patto con sé stessi, poi ci si mette d'impegno, oppure mica tanto, e si spera nel meglio. Quando il dado è tratto, due scenari son possibili: un'insufficienza o un bel voto. Nel caso uno, dell'insufficienza, ci sarà un po' di amarezza. Ma in fondo chissenefrega: sei solo tu a saperlo, a dovertela smaltire, e nessuno verrà a sapere che ci tenevi. Nel caso due, se arriva un bell'8 per esempio: sarai contento, ti complimenterai e gioirai per la conquista. Ma è un sentimento effimero, che scompare non appena ti rendi conto che avresti potuto aspirare a meglio ancora.

Alcuni giorni fa ho assistito al discorso di un campione nazionale in carica, di cosa conta poco in questo contesto. Si riteneva molto soddisfatto per i risultati ottenuti e puntava alla riconferma nella prossima stagione. Il mio primo pensiero è stato: "Scemo, non stare lì a campar in aria promesse che non hai la certezza di mantenere, che se poi arrivi secondo ci rimetti la faccia!" Quello che ha fatto quella persona è l'esatto contrario del volare basso, e mi ci è voluto un po' per capirne il senso. La sua strategia è infatti un "puntare al 10", eleggendo delle persone che han fiducia in lui (nel suo caso il pubblico e i suoi fans) a giudici di questa scommessa. Questi giudici costituiranno una spinta in più nella prova finale, ma soprattutto durante i momenti di sconforto e scarsa motivazione durante la preparazione. Saranno coautori dell'impresa e con essi si dividerà sia l'amarezza, in caso di sconfitta, o la gioia, nel caso di riuscita. Una gioia che sarà quasi amplificata, perché non coinvolgerà una persona sola, bensì una moltitudine di altri sostenitori, amici, tifosi. Proprio come il ragazzo di Into de wild insegna, Happiness only real when shared (la felicità è reale solo quando è condivisa).

Tutta questa lunghissima introduzione per dire che voglio provare pure io questo cambio di tattica. Inizierò con un esercizio semplice, prefissandomi tre semplici obiettivi per il 2012: imparare una lingua nuova, praticare uno sport nuovo e imparare a ballar la salsa.

Ma andiamo con ordine con qualche precisazione. Di lingue nuove ce ne sono a bizzeffe (ne parlo e parlicchio 3 per ora: italiano, inglese e francese), il che mi lascia una scelta quasi infinita di nuovi idiomi. Ma di sicuro non partirò con una lingua troppo complicata o peggio parlata solo all'altro capo del globo. Sport mai praticati ce ne sono pure lì un mare, ché non mi son mai lanciato troppo a sperimentare, rifugiandomi nel "non son capace". Sulla salsa invece non si discute, semplicemente perché non mi ci vedo ballare nient'altro! Mi sembra una buona base di partenza ed ora che li ho resi pubblici, non mi resta che iniziare a lavorarci su. Rendez-vous tra 364 giorni per la mia piccola condivisione di amarezza o di gioia!

sabato, febbraio 12, 2011

Il nuoto è poi una cosa ben ben strana

Un giorno ti senti a tuo agio in piscina, sai che stai tenendo botta, e tieni senza problemi il passo degli altri in corsia.

Un altro giorno quasi ti blocchi, ripensando a quando avevi paura dell'acqua, perché "chissà quanto è più giù, sotto i piedi, il fondo" e "chissà se prendo un crampo adesso, proprio là, al polpaccio dove fa un male cane, e non riesco più a stare a galla, e inizio a bere quest'acqua salata" oppure "mi son già allontanato anche troppo, meglio non far cazzate e tornar indietro che se succede qualcosa mica nessuno viene a prendermi".

Un giorno dopo una settimana intera di stop forzato, perché magari ti sei fatto male al piede proprio in piscina, senti che ti ha fatto bene star un po' tranquillo, i movimenti ora son più fluidi, le sensazioni buone, il mondo è super.

Un altro giorno ancora, assistendo ad una giornata di gare dei propri compagni di club, guardi i tempi che segnano, e di colpo ti senti così lento, come se fosse partita la moviola nel tuo mondo soltanto, e ti rendi conto che tutto il lavoro che hai fatto non è che un infinitesimo di quello che sembrava nella tua testa.

Un giorno di recente ripensi a quando avevi fatto quel corso tanti anni fa, era inverno, perché faceva buio presto, e pioveva spesso. Ricordi l'odore forte di cloro che ti rimaneva nel naso e basta, è tutto quello che ricordi, perché non era il momento buono per il nuoto.

Un sera infine torni a casa dopo un'oretta bella intensa di nage e hai male alle spalle, alle braccia, ai dorsali, ma non ti importa, perché sai che hai dato tutto e la prossima volta non potrà che andar meglio.

Solo una cosa è certa alla fine della fiera: il cloro non fa per niente bene al cervello!

martedì, agosto 24, 2010

Memoria volatile

Niente da fare, le migliori idee su cosa scrivere qui sopra mi vengono sempre quando non sono al pc. E ogni volta che accade penso le stesse due frasi: "questa me la devo segnare!" e subito dopo "ma no, dai, vuoi che non me la ricordi domattina??".

E invece niente, il vuoto più assoluto, il nulla cosmico, un bianco stile fondo del frigorifero che si vede solo al rientro delle vacanze.

Per ora mi limiterò a far la spesa, e magari ci scappa anche un taccuino per gli appunti notturni!

venerdì, maggio 14, 2010

Niente dura

Un paio di citazioni dall'ultimo film che ho avuto il piacere di guardare.

(The curious case of Benjamin Button, regia di David Fincher, 2008)


E' strano quando si torna a casa, sembra tutto lo stesso, con gli stessi odori, le stesse sensazioni. Ti rendi conto che il solo ad essere cambiato, sei tu.


Non è mai troppo tardi, o nel mio caso troppo presto, per essere quello che vuoi essere. Non c'è limite di tempo, comincia quando vuoi. Puoi cambiare o rimanere come sei, non esiste una regola in questo. Possiamo vivere ogni cosa al meglio o al peggio. Spero che tu viva tutto al meglio. Spero che tu possa vedere cose sorprendenti, spero che tu possa avere emozioni sempre nuove. Spero che tu possa incontrare gente con punti di vista diversi. Spero che tu possa essere orgogliosa della tua vita. E se ti accorgi di non esserlo, spero che tu trovi la forza di ricominciare da zero.

giovedì, febbraio 25, 2010

Day 347, Correre. poi Cadere. e Rialzarsi

Giorni di full-immersion in quello che è il sistema sanitario francese per me in questi giorni.
Siccome il dolore al ginocchio sinistro si ripresentava ad ogni sacrosanto allenamento, all'inizio della scorsa settimana decisi di andar dal medico dello sport per prenotare un esame più approfondito.
Mi fece una breve e sommaria visita al termine della quale mi fissò una risonanza magnetica, che si sarebbe svolta nel giovedì successivo.

Dopo soli due giorni mi trovavo quindi in quella stanza, a tu-per-tu col macchinario dalla grande bocca bianca, pronta a divorarmi.
Venti minuti di briiippp, sdriieeeeng, twuiiiiuuiiii dopo già comparivano delle immagini bianche su sfondo blu su uno schermo panoramico nella sala "macchine" del centro di radiologia del 7° arrondissement.
Un'altra decina di minuti e mi vedevo consegnare il plico, con le stampe, un foglio di commenti e pure il cd con su tutte le immagini della mia cara articolazione.

Appena arrivato a casa, già provavo a decifrare il testo scritto dal medico, con non poche difficoltà. Da quanto riuscii a capire però, non parevano esserci lesioni, né a livello di menischi, né di legamenti. "Conflitto a livello del tensore della fascia lata e del condilo femorale esterno" fu il responso del traduttore su quella che era la frase fulcro della diagnosi.

Alcuni giorni dopo, feci quindi ritorno dal medico dello sport con la preziosa cartellina nello zaino e un garbuglio di domande nella testa. Lui, dopo i saluti e convenevoli, prese le stampe e si mise ad esaminarle, senza neanche degnare di uno sguardo i commenti dell'ortopedico.

(E' una cosa che avevo già notato un'altra volta. Non so perché, ma i medici in genere si rifiutano di leggere le osservazioni dei colleghi. Deve essere una sorta di orgoglio professionale. Oppure la diagnosi per loro è talmente facile una volta viste le immagini della RM che tutto il resto è inutile. Boh!)

Tuttavia, dopo alcuni secondi di silenzio mi disse quello che ahimè temevo sin dall'inizio. "Stop agli allenamenti per una decina di giorni, almeno. Solo dopo potrà riprendere gradualmente, con del nuoto ed eventualmente delle sedute di chinesiologia come coadiuvante. L'unica terapia che le consiglio è dunque il riposo."

Preciso però che un po' mi ero già preparato. Del resto è normale intimare il riposo e non forzare l'articolazione inutilmente. Ma d'altro canto speravo anche di contare su qualche altra terapia per accelerare un po' il recupero, tipo delle sedute di laser o di ultrasuoni.
E invece niente.


A questo punto, mancando meno di un mese e mezzo alla maratona, mi sa proprio che ci dovrò rinunciare. Non mi viene facile dirlo, dopo quasi sette mesi di allenamento, tra caldo, pioggia e neve in più di un'occasione. Son convinto però che sia meglio non rischiare, lasciare che il dolore passi e solo dopo recuperare per gradi.

Del resto non sarà questa l'ultima maratona che organizzano a Parigi, né Parigi stessa è l'unica città in cui si svolge.

Senza contare che oltre al fine, oltre alla maratona voglio dire, ciò che mi ha segnato positivamente è stato il mezzo, l'allenamento in sé. Per una moltitudine di motivi. Per il tenersi in forma, certo, ma anche per lo scoprire strade nuove e soprattutto per il tempo passato da solo, quando sai che hai una distanza, un obiettivo da raggiungere, e puoi contare solo sulle tue forze. E l'unica cosa che senti è il tuo respiro. A volte più affannato, altre più regolare.

E' per questo forse che non mi spiace troppo il fatto di perdere l'appuntamento dell'11 aprile. Perché in realtà quello che più mi sta a cuore è di rimettermi in forma, e tornare ad correre.
Un'altra meta la si troverà sempre.

mercoledì, febbraio 24, 2010

Day 345-bis, Sbagliando...

Attratto come una gazza dal luccichio dell'offerta speciale, ho commesso il più grande errore che potevo commettere in un supermercato. Ho comprato della pasta... FRANCESE!

Wolf!

lunedì, febbraio 01, 2010

Day 323, Come si chiameranno gli abitanti di Neuilly-sur-Marne?

Ieri ho iniziato a leggere Le Petit Prince, in lingua originale, scritto per mano di Antoine De Saint-Exupéry, attorno al 1943.
E mentre lo leggevo, mentre ero lì seduto col libro in una mano e il vocabolario nell'altra, mi son ricordato di quando lo lessi per la prima volta. Tanti anni fa, talmente tanti che non mi ricordo più come va a finire.
"E' come la prima volta" ho pensato, e subito mi son sentito ringiovanito, di dieci anni almeno.


Poi quest'oggi ho completato la mia pagina personale sul sito dell'università.
E mente scrivevo, mentre ero lì ad aggiustare la biografia, a mettere a posto la foto e controllare che il curriculum vitae fosse aggiornato, ho pensato che era esattamente il genere di cose che fanno "le grandi persone", come direbbe il Piccolo Principe. E mi son subito sentito meno giovane, indovinate di quanti anni almeno.

sabato, gennaio 30, 2010

Day 321, Se

Rudyard Kipling
If

If you can keep your head when all about you
Are losing theirs and blaming it on you;
If you can trust yourself when all men doubt you,
But make allowance for their doubting too;
If you can wait and not be tired by waiting,
Or, being lied about, don't deal in lies,
Or, being hated, don't give way to hating,
And yet don't look too good, nor talk too wise;

If you can dream - and not make dreams your master;
If you can think - and not make thoughts your aim;
If you can meet with Triumph and Disaster
And treat those two impostors just the same;
If you can bear to hear the truth you've spoken
Twisted by knaves to make a trap for fools,
Or watch the things you gave your life to broken,
And stoop and build 'em up with wornout tools;

If you can make one heap of all your winnings
And risk it on one turn of pitch-and-toss,
And lose, and start again at your beginnings
And never breath a word about your loss;
If you can force your heart and nerve and sinew
To serve your turn long after they are gone,
And so hold on when there is nothing in you
Except the Will which says to them: "Hold on";

If you can talk with crowds and keep your virtue,
Or walk with kings - nor lose the common touch;
If neither foes nor loving friends can hurt you;
If all men count with you, but none too much;
If you can fill the unforgiving minute
With sixty seconds' worth of distance run -
Yours is the Earth and everything that's in it,
And - which is more - you'll be a Man my son!



Rudyard Kipling
Se


Se riesci a mantenere il controllo quando tutti intorno a te
Perdono la testa e dicono che è colpa tua;
Se mantieni la fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te,
Ma se tieni anche conto dei loro dubbi;
Se sai aspettare senza stancarti dell'attesa,
O, nella menzogna, non scendere a patti con le bugie,
O, nell'odio, non lasciartici trascinare,
E senza apparire troppo buono, nè fare il presuntuoso;

Se riesci a sognare - e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare - e a non fare delle parole la tua meta;
Se puoi incontrare il Trionfo e il Disastro
E trattare questi due impostori esattamente allo stesso modo;
Se riesci a sopportare che il peso della tua verità
Venga contorto da spregevoli per imbrogliare i più sciocchi,
O guardare le cose a cui hai donato la vita spezzarsi,
E piegarsi e ricostruirle con attrezzi sgangherati:

Se riesci a mettere insieme tutte le tue vittorie
E rischiarle in un colpo azzardato,
E perdere, e ricominciare dall'inizio
Senza mai accennare alle tue sconfitte;
Se riesci a dar forza al tuo cuore, ai nervi e alla tenacia
Quando è il tuo turno, dopo che gli altri hanno rinunciato,
E tieni duro quando non ti è rimasto nient'altro
Tranne la Volontà di dire: “Tieni duro”;

Se riesci a parlare alle folle e a mantenere la tua integrità,
O stare a fianco dei Re senza perdere la tua semplicità;
Se nè i nemici, nè gli amici più cari possono ferirti;
Se tutti contano su di te, ma nessuno oltre misura;
Se riesci a riempire l'inesorabile minuto
Con una corsa di sessanta secondi,
Tua è la Terra e tutto quello che esiste,
E - ancor più importante - sarai un Uomo, figlio mio!

Joseph Rudyard Kipling (1865 - 1936)

venerdì, gennaio 22, 2010

Day 314, Una volta ero uno scriba

Si conclude oggi questa settimana anomala.
Anomala per il ritorno alle lezioni, è chiaro. Alla matematica, zeppa di quei geroglifici che all'inizio anche ti ci sforzi di capire, e ti rimbocchi le maniche, ma presto o tardi ti travolge implacabile.
Agli appunti, con una grafia che più passano gli anni e più stento a comprendere io stesso.
Alle slides, che se hanno più di tre concetti dentro non ci si raccapezza più, ma non tutti lo sanno.
Alle pause, che più si avvicinano e più ti ritrovi a fissare l'orologio, sperando invano che le lancette prendano a girare vorticosamente verso l'ora X.
Ai termos col thé, una pensata arguta, a cui io non sarei mai arrivato, e che si è rivelata un toccasana stando in quell'aula là, più fredda pure del corridoio.
E infine alle pennichelle pomeridiane, inevitabili con certe combinazioni particolari (ma poi neanche tanto) di cibi a pranzo e spiegazioni in aula.

mercoledì, gennaio 20, 2010

Day 311, Back to school

Mai più pensavo che avrei sofferto così.
O meglio, avevo un vago sentore che non sarebbe stata esattamente una passeggiata, ma non è bastato.
Tornare sui banchi di lezione è stato un bel colpo.


E quelle che ne han sofferto di più son state le mie terga: le panche di legno erano decisamente più comode a Torino.

martedì, dicembre 08, 2009

Day 269, Long term thinking

Mi piace quando pianifico per bene qualcosa. Quel senso di certezza che deriva dall'essermi preso il tempo dovuto per sviscerare i pro e i contro di una scelta, è una cosa che mi fa stare in pace.
Come questa cosa della corsa mi piace, mi piace seguire questo allenamento, perché per me è come una ricetta: se seguo tutti i punti, miscelo bene gli ingredienti, dall'inizio alla fine, so che raggiungerò il risultato finale (che ha la forma di un enorme panettone candito e farcito col mascarpone, per ora).

E anche se succede a volte che non ho voglia, o incrocio pensieri sulla falsariga di "chi me l'ha fatto fare?", o c'è qualche cos'altro più allettante da fare, non mi va di rimandare troppo l'allenamento. E' come se mancassi il sale nell'acqua che bolle per la pasta, gisuto per fare un paragone con la mia sublime arte culinaria.

Certo però che stasera alla cena al ristorante dentro il Louvre, organizzata in concomitanza con una conferenza europea all'Università (e quindi offerta), con annessa visita guidata di sale inedite, ci potevo anche andare.

E invece no, si va a provare questa nuova distanza, una mezza maratona di ventuno chilometri, sotto questa simpatica pioggerellina nebulizzata.
Senza neanche sapere il tempo finale, tra l'altro. Maledetto orologio da quattro soldi, la prossima volta che sgarri ti tiro sotto un pullman.


Thornley - So far so good

lunedì, novembre 09, 2009

Day 235, Watch out

Non ho parole. Cambiano le città forse, ma le insidie sono sempre le stesse.
Da oggi, a lei e a tutte le vittime cicliste, un pensiero, prima di metterci in sella.
:(

domenica, novembre 01, 2009

Day 231, Everybody's changing

Ieri ho comprato un paio di scarpe nuove e non me le sono provate nelle 24 ore seguenti.

Sto veramente cambiando.

martedì, luglio 07, 2009

Day 103, Cose che al Poli non ti insegnano mica

Maglietta preferita bianca + accappatoio rosso + 45 min di lavaggio a 60°C
=
maglietta rosa
=
maglietta NON PIU' preferita


... e penso proprio che andrò a comprarmene un'altra. Identica.

lunedì, aprile 06, 2009

Day 11, Il sogno americano svanito

Avete presente il classico detto "fare 30, ma non 31"?
Avete presente partire dalla difesa, scartare tutti quanti i giocatori avversari, arrivare a 3 metri dalla porta e calciare sulle tribune?

Io l'ho fatto... li mortacci mia!
E questo messaggio mi serva da lezione e monito.

ps. Aaaaaaaaahhhhhgggggggg!!!

martedì, marzo 17, 2009

Il cielo è il limite

Ho visto un film oggi, così tanto per.
Racconta le vicende di uno showman americano, degli anni '80, interpretato da Jim Carrey. E questo è tutto quello che basta sapere per vederlo.
Io temo profondamente gli eventi inaspettati, ma allo stesso tempo adoro quando riescono a colpirti, impressionarti in modo positivo, donarti un insegnamento.

Imparare a non prendersi troppo sul serio.

Spero di mai dimenticarmene.


(Man on the Moon, regia di Miloš Forman, 1999)