giovedì, gennaio 23, 2014

Come li criceti

Con un po' di ritardo, ma eccomi qui a parlare ancora di Babbo Natale. O meglio, di ciò che mi ha portato il simpatico signore barbuto un po' spessotto: un bel home trainer.

Per chi non sapesse cosa sia, l'home trainer è un simpatico gingillo che serve per epurare la biciletta da ogni piacere che la contraddistingue da che mondo è mondo. Avete presente il pedalare nella natura, vagare per strade semi-deserte, riempirsi le narici col profumo dei fiori primaverili e gli occhi col colore del prati estivi, la gioia di conquistare una vetta, il caffè in cima ad un colle, la brezza tra i capelli nella discesa...

 Immagine di repertorio sulla bellezza indiscussa del ciclismo

Ecco adesso levate tutto questo.
Cosa rimane?
Il male alle terga dovuto alla sella minuscola e l'acido lattico accumulato nei muscoli. Proprio quello che vi lascia l'home trainer.

Lo strumento del demonio

Una volta fatto vostro, questo simpatico gingillo demoniaco vi costringerà a pedalare senza in realtà andare da nessuna parte, vestiti il minimo possibile vista la sudorazione sviluppata, un asciugamano zuppo sul manubrio, le finestre spalancate anche d'inverno. Se siete fortunati avrete magari un ventilatore a cannolo puntato sulla faccia. Senza dimenticare il melodioso sottofondo acustico, un misto di vibrazioni e rumore che va dal sibilo al turboreattoredelcacciaF16 a seconda dell'intensità della pedalata.

Per fortuna che hanno inventato la radio che con i suoi copiosi decibel tutto copre, lasciandoci faticare in una sfera ovattata. Sempre col cuore in gola ovviamente.

martedì, gennaio 14, 2014

Comeback

Feste alle spalle e panettoni (quasi) archiviati, è venuta adesso l'ora di tornare al lavoro. Ricominciano le nuotate in piscina col Club, una o due volte a settimana e delle uscire tranquille al parco.

La voglia di uscire in bici però non è tornata e per boostare un po', quale miglior modo che cambiare bici??

Voilà quindi il novello destriero, un Cervélo R3! E prevedo parecchie galoppate quest'estate su in montagna...

giovedì, dicembre 19, 2013

Recovery

È arrivato il momento di fermarsi un attimo. Riposare il corpo, ma soprattutto la mente, che penso di aver ben forzato in questi ultimi 12 mesi.

Il trail di inizio dicembre non è andato benissimo. Mi sono dovuto fermare al 25esimo km perché il ginocchio destro mi stava mandando segnali secondo i quali non era saggio continuare quella tortura fatta di discese e asfalto, asfalto e ancora discese.
C'è sempre una prima volta, e questa volta è arrivata sotto forma del primo abbandono di una gara. Poco male comunque, gli obiettivi maggiori della stagione sono stati raggiunti e sono pienamente soddisfatto del lavoro fatto. 

Sono arrivato in fondo al mio primo "grande" triathlon, l'EmbrunMan e se ci penso mi vengono ancora i brividi. In una sola, lunga, giornata ho imparato più cose su me stesso che in anni interi.

Strava dice che nel 2013 ho segnato i miei tempi migliori su tre distanze: 10 km, Mezza maratona e Maratona. E il prossimo anno cercherò di migliorarli tutti.

 

I totali delle distanze anche la dicono lunga sul volume caricato quest'anno, soprattutto con le scarpe ai piedi e sui pedali. In acqua molto ma molto meno (dovrei essere sulle 50 ore su tutto l'anno), il che mi lascia un'indicazione chiara di quale sia il mio punto debole...


E adesso spazio alle vacanze di fine anno: un tuffo a piè pari in famiglia e nei pranzi/cene che tanto fanno bene per il recupero di fine stagione. E dal 1° gennaio si riparte più carichi che mai!

martedì, dicembre 03, 2013

Wild running

Dopo settimane passate a correre su strada e innumerevoli allenamenti fatti su pista per preparare la Mezza, adesso si cambia registro. Benvenute le scarpe dalla suola ben resistente, zaino Salomon con la riserva d'acqua e scorta di cibo. E scorrazzate nella foresta vicino a casa, che spesso lasciano dei segni sulle mie gambette delicate:


E in vista c'è una bella corsa a Lyon, nella notte tra sabato e domenica. Partenza alle 23h, via! su per le montagne e giù verso la città, con lampada frontale accesa e ben coperti da orecchie in giù.
Che poi bon, per il momento ammetto che la mitica SaintéLyon (76 km) è un pochino troppo, meglio se mi rabatto sulla SaintExpress (45 km)!

Il meteo annuncia pioggia, ma con una diminuzione della temperatura, per cui adesso nello zaino infilerò anche degli Yaktrax... che non si sa mai!

martedì, novembre 19, 2013

Male malissimo, bene benissimo

Di legno. È lo stato delle mie gambe dopo la corsa di domenica. Ad ogni scalino per andare a prendere la metro o salire in ufficio è un ricettacolo di smorfie dissimulate. Massaggi con l'olio di arnica e doccia fredda non hanno sortito il loro effetto per il momento.
Ma sono contento, e rifarei la corsa ad occhi chiusi: obiettivo di fine stagione raggiunto, visto che son riuscito a migliorare abbondantemente il mio personale sulla Mezza maratona! 1h21'39" la nuova referenza. E già mi si è insinuato un tarlo per la distanza "completa".. ;)

 Arrivo assieme a François (compagno di Club), che mi ha fatto ben sprintare all'ultimo km.



mercoledì, novembre 13, 2013

Manco tanto sporchi

E un pochino mi spiace. Perché quando ho guardato le previsioni meteo per domenica scorsa, data prevista del piccino Trail "Sans Raison" (30 km nella periferia della grand ville), già mi proiettavo coperto di terra da capo a piedi. Che è ottimo per la pelle, pare.

Invece niente fanghi, che tanto ci piacciono. Al menù della giornata, iniziata alle 6 di mattina, solamente una la pioggia finissima, un vento spazzatutto, il sole accecante scomparso dopo 2,7 minuti, dell'altro vento contrario, dell'ottima grandine mista ad pioggia, dell'altro vento a ben spazzolare le maglie zuppe. Ma poco fango. Dommage!


In ogni caso non starò qui a lamentarmi troppo perché in fin dei conti è stata davvero una bella esperienza, una scoperta della foresta giusto "fuori porta", accompagnata da un'atmosfera festiva e serena di tutti i partecipanti e volontari presenti... un'ottima mattinata di sport insomma! Che poi se è condivisa a due, è pure meglio.


Adesso ultima settimana di rifinitura (e soprattutto massaggi per far sparire l'indolenzimento delle gambe!) prima della Mezza sotto casa di domenica prossima. Crediamoci!!

venerdì, novembre 08, 2013

Tristezza

"Le multe passano le frontiere" intitolava il giornale di oggi.

Ebbene sì, è finita la pacchia. A partire da oggi, tutte le infrazioni fatte all'interno dell'Unione Europea verranno perseguite fino alla residenza dell'automobilista "distratto".

Quando unificheranno anche il formato dei punti sulla patente, sarà l'ora di cambiare continente!

giovedì, ottobre 10, 2013

DU par équipe

E con un simpatico Duathlon a squadre della settimana scorsa si è conclusa la stagione delle prove "combinate" (ma come si dice poi in italiano? Maremma che vergogna, sto perdendo la mia lingua madre.. Multiple? Concatenate? Quest'ultima suona proprio male, di certo è un francesismo!)

All'origine avremmo dovuto fare un triathlon, ma causa acqua della Senna disgustosa (...), il tutto è stato trasformato in un duathlon, sulla distanza 5-20-5 km.

All'appello c'erano 14 squadre, per un totale di circa cinquanta soci del Club. Per quanto mi riguarda,, sulla griglia di partenza mi sono ritrovato con altri amici con più o meno lo stesso livello, sia in corsa che in bici. Ma avevo sottovalutato un piccolo dettaglio: come il volume fatto per preparare Embrun mi abbia seriamente intaccato la velocità sulle distanze corte! Così mi son ritrovato ben presto a fare il fanalino di coda, e il gusto di acido nella bocca era un chiaro segno di quanto stessi forzando...

La gara si è comunque ben conclusa, arriviamo 13simi su circa 120 squadre, mentre i "big" del Club si impadroniscono di tutti i gradini del podio maschile. Chapeau!

L'unico bèmol a segnalare della giornata. Che alcuni dei giovini dell'allegra combriccola si siano dati alla macchia prima della foto di gruppo. Sacrileeeegio!

giovedì, ottobre 03, 2013

Bassa stagione

E come di consuetudine ad ottobre arrivano i primi freddi e con essi il periodo di bassa stagione. Via la muta e il completo da gara, ho deciso di darmi alla corsa un po' più seriamente.
Per due motivi: il primo, perché mi servono dei nuovi stimoli, altrimenti passerei l'uggiose giornate sul divano scofanando barattoli di Nutella e Quaquare, una bomba calorica! Il secondo perché non mi va giù il fatto che durante questa stagione, complici tendiniti varie e il volume importante per fare l'IronMan, ho perso parecchio in velocità.

Così, quasi per magia, mi son ritrovato iscritto per la Mezza sottocasa e con un nuovo paio di scarpe per gli allenamenti in pista, sempre di casa Asics.


Asics Gel-Volt 33 2

Adesso che il più è fatto, non c'è che da seguire la tabella di marcia e versare sudore & sangue sul tartan. Daje!!

mercoledì, settembre 18, 2013

Il giorno più lungo

Giovedì di un mese fa, il 15 agosto 2013, è stato senza dubbio il giorno più lungo che io abbia mai vissuto.

Nel dì di Ferragosto, mentre il buon senso suggerisce (e la maggior parte dei compatrioti mettono in pratica) di farsi numero 5 kili di carne alla griglia o di andarsene a mettere la pancia ammollo al mare, io mi preparavo per la mia piccola personale impresa.

Sveglia alle 3.30, giù dal letto per una colazione abbondante e poi via, si scende verso il centro. Poco prima delle 5 arriviamo in zona cambio e ci prepariamo per la partenza delle 6 in punto (mentre le donne partono 10 minuti prima). Ultimi check alla bici, alle scarpe e accessori per le diverse frazioni. Qualche parola con i vicini di bici e mi metto in coda sulla passerella che ci porta verso il lago.
La partenza al buio fà il suo effetto, e seppure ero riuscito a mantenere la calma fino al giorno prima, quando mi vedo lì, sulla spiaggia pronto a partire assieme ad altri 1500 matti, non posso fare a meno di rabbrividire. Per fortuna ci sono i miei genitori e nipotini giusto dietro le transenne, assieme a degli amici del mio paese e altri del Club, sempre pronti a darmi la carica.

Incredibile ma vero, per una volta non prendo troppe botte in acqua e a partire da metà primo giro riesco pure a trovare un buon ritmo. Esco dall'acqua in 1h11', un po' meglio del previsto, ma buttando l'occhio sul Garmin vedo una distanza di 4.3 Km. Boh, ok che c'è sempre un po' di margine d'errore, ma di sicuro di avrò messo de mio nel prendere le boe alla larga...

Prima transizione molto tranquilla, ne approfitto per asciugarmi alla buona, infilare la maglietta da bici, manichette, guanti, calzini, etc e caricare tutto l'ambaradan di cibo nelle tasche. Intravedo di nuovo i miei genitori e si parte per il giro in bici. Cerco di gestire il più possibile, il percorso è un continuo sali-scendi. A metà della salita verso l'Izoard, mentre mi metto sui pedali per fare qualche passaggio più duro, inizio a pensare che ci sarà da divertirsi a correre una volta posata la bici. La tentazione d fermarsi sulla cima del colle inizia a fare capolino nella mia testa. Sarà la prima ma non ultima volta. Ma proprio in quel momento una macchina si affianca e sento delle voci urlare: sono i miei amici del Club. Alain in veste di fotografo, Yolande che urlava all'impazzata e Perveen al volante. Le batterie si ricaricano all'istante, bisogna arrivare in cima e poi si vedrà.


Il tragitto di ritorno verso Embrun scorre via senza intoppi, ma sempre con un pelo di inquietudine sulla corsa. Su una delle ultime discese vedo un ciclista a terra, proprio vicino ad un tornante un po' più stretto dove ci avevano avvertito esserci della ghiaia a terra (in 4 lingue diverse e almeno 10 volte) . Risultato: freno ancora di più, proprio non vorrei finire per terra proprio adesso!


Mentre mi avvicino alla zona cambio, gli incoraggiamenti della mia famiglia mi fanno tornare il buonumore e inizio a dirmi che ormai il più è fatto. Tempo finale: 7h28', precisopreciso nei tempi! Seconda transizione sempre nella calma, prendo il tempo di mettermi le calze di compressione, arraffare un paio di gel e mettere su il cappello contro i colpacci di sole.

Parto per il primo giro con le gambe che rispondono bene. Sono sui 12 km/h, un buon ritmo e sento sì il caldo, ma resta gestibile. I rifornimenti sono abbastanza ben forniti, con cibo solido e bevande e spugne di acqua fresca che non mi lascio scappare. Ci sono un paio di salite per accedere al centro storico di Embrun e decido di farle camminando per non forzare troppo. Verso la fine del primo giro mi affianco ad un giovane tedesco, e decidiamo di correre assieme, visto che il ritmo a cui corriamo è lo stesso e un po' di compagnia non fa male.


Il primo giro passa in circa 2h06', davvero niente male mi dico. "Ora basta tenere questo ritmo e arrivo prima delle 20!"

Ma ho parlato troppo presto.
Inizio a sentire la stanchezza appena fuori dal parco bici, dove inizia la seconda metà della maratona. Le gambe sono pesanti e ai rifornimenti non ho più voglia di niente. Corricchio penosamente a meno di 10 km/h e mi ritrovo a camminare non solo nelle salite, ma anche nelle discese. Ben presto inizio a camminare anche sul piatto, impossibile chiedere di più al mio fisico. Ma non posso fermarmi, non ora, non adesso che la parte più grossa è alle spalle.
Gli incoraggiamenti sul percorso diventano un vero sollievo, anche se non vorrei mostrarmi in condizioni così pessime. Per fortuna di sono gli occhiali da sole e la visiera a coprire un po' le smorfie di dolore, nonostante i paparazzi e la supportrice sul campo riescono a strapparmi ancora un sorriso.


Sull'ultimo quarto di percorso entro in modalità "survivor". Ormai cammino solo più, ma non sono il solo. La voglia di fermarmi e sedermi per qualche minuto è fortissima, le panchine mi attraggono come calamite giganti, ma dico di no. Se lo faccio, già so che non troverei le forze di ripartire. Vedo alcuni atleti fermi sul ciglio, chi per crampi, chi per svuotare lo stomaco bistrattato, e sento delle sirene dei soccorsi (a fine corsa saprò che gli interventi dei volontari sono stati più di 200). L'obiettivo delle 14 ore è andato, ma non mi importa più adesso. Quello che conta è finire.

Arrivo sul bordo del lago, intravedo il parco bici e mi rendo conto che sono gli ultimi chilometri. Il pensiero va alle intense giornate di allenamento, alle uscite lunghe in bici, a tutte le volte che ho declinato gli inviti ad uscire la sera, e sono preso dagli scossoni. Ma no! non adesso, fatemi passare il traguardo almeno! A qualche centinaio di metri dall'arrivo ecco di nuovo i miei genitori e gli amici. Dai loro sguardi capisco che non sono in forma smagliante, forse meno di quanto pare a me. Ma sono alla fine, il tappeto blu si materializza sotto i miei piedi, e ritrovo pure un pugno di energie per correre verso l'arco col fatidico cronometro.


È FATTA!

Un volontario mi mette la medaglia di Finisher al collo, mentre un altro mi tende la maglietta e un terzo mi toglie il chip dalla caviglia. Ed è finalmente tempo di lasciarmi andare sulle transenne dove ci sono i miei instancabili sostenitori e amici. Un sincero grazie, grazie a tutti loro perché da solo non ce l'avrei mai fatta.





Ed ora è tempo di ben recuperare e rimettersi in carreggiata, prima di pensare a che ne sarà dei mesi a venire e della prossima stagione.