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domenica, settembre 18, 2011

Su Kyoto e dintorni - Parte 2

Sul cibo
Come ci si poteva aspettare gran parte del cibo è freddo. Non solo sushi e derivati, si mangia anche una gran quantità di verdure servite fredde, crude o prima bollite. E in generale è un mangiare molto sano, con salse vegetali (tra quelle che ho riconosciuto soja, wasabi, peperoncino piccante, simil-majo), con quasi mai olio, e di porzioni contenute. Tipo che un pasto mi sazia sì, ma lascia sempre posto per dessert o frutta. Che però non sono nel menù dei ristoranti tradizionali, son da cercarsi a parte.

Sulla rapidità nel mangiare
I giapponesi sono imbattibili con le bacchette. E io che mi ritengo già una persona veloce a trangugiare tutto ciò che mi capita davanti, con ramen o zuppe non c'è storia. Però con la pasta e la forchetta non ce n'è, ci do via che è un piacere.


Sulla morfologia delle persone
Quando son arrivato alla stazione di Kyoto non ho notato una gran differenza di altezza delle persone. Facendo più attenzione in seguito ho visto che sì, forse l'altezza media è un po' più ridotta che in a Francia e Italia, ma anche che l'uso dei tacchi è molto più diffuso tra le donne. E la corporatura dei giapponesi è tendente al "magro" per gli standard mediterranei, con pochissime eccezioni (forse il motivo principale è da ricercarsi nel cibo). Ciò comporta ad esempio che molte ragazze girino con minigonne e short decisamente "azzardati", sfoggiando fisici da modelle... mucho gusto!

Sul fumo
Ci sono interi quartieri in cui è vietato fumare, delle "Public Non-Smoking Area". Ma hanno al loro interno locali come bar e ristoranti, nei quali si può fumare dappertutto senza problemi...
 

Sul sole
Il sole sorge prestissimo, attorno le 5 e mezza. Molto prima di quanto mi svegli io ad esempio. Per questo ho dovuto cercare l'ora precisa su Internet; io per esperienza diretta so solo che alle 8 c'è già il solleone e alle sei di sera è tutto buio.

Sui negozi
Gli orari di apertura dei negozi sono una delle cose più imprevedibili. Ci si ritrova con caffé che aprono alle 10h30, negozi alle 11h e ristoranti che chiudono la sera alle 20h30. Gli italiani e spagnoli in visita laggiù si vedranno costretti a ritarare un po' gli orologi!
 

Sullo shopping
Da evitare come la peste! Ci sono sì negozi curatissimi e fornitissimi, con luci a diffusione e non dirette, profumati e con una tenue musica di sottofondo, ma hanno prezzi proibitivi! E non solo per i prodotti importati o Made in Italy, anche per brand locali, come Mizuno per l'abbigliamento sportivo. E io che speravo di accaparrarmi qualche pezzo di abbigliamento tecnico a buon mercato!

mercoledì, settembre 14, 2011

Su Kyoto e dintorni - Parte 1

Riporto di seguito qualche annotazione fatta a caldo, subito dopo o durante il soggiorno nel Paese del sol levante. Per tutte le altre foto mi sa che vi toccherà pazientare ancora un pochino...

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Sull'architettura
Osaka e Kyoto fanno pieno sfoggio di una marcata incoerenza architettonica. Sarà il loro spirito di rinnovo o chi lo sa, ma si possono trovare palazzoni multifamiliari squadrati di fianco e di lussuose villette con tetto a pagoda, e piccoli templi shintoisti vicino a sale giochi.
 

Sul traffico
Se c'è una cosa che il Giappone mi ha insegnato è che "Un mondo senza clacson è possibile!" Parrebbe lo slogan di una campagna elettorale sonoro-ambientalista, e invece no, è la realtà qui. In una settimana avrò sentito suonare il clacson due volte, in entrambi i casi erano pullman intralciati da un taxi. Due categorie che già odio di mio, figurati quando intaccano così la mia zenitudine.
 

Sull'autarchia automobilistica
Ancora più marcata che in Francia, dove non scherzano di certo. Qui ho visto una volta sola un'Alfa rossa e l'ultima mattina una Peugeot cabrio. La triade tedesca, Mercedes-BMW-Audi è un poco più diffusa, ma direi che non arriva al 5% delle auto in totale. Che comunque son molto spesso piccole e squadrate, per ottimizzare gli ingombri e lo spazio interno, a scapito del design esterno.

Sulle bici
Davvero forte la presenza di bici a Kyoto! Leggevo che ciò è dovuto anche in parte alla superficie relativamente piatta sulla quale si espande la città. Fatto sta che in tanti si spostano sulle 2 ruote, e non solo giovani su fixed gears, ma anche lavoratori incravattati e lavoratrici col tayeur, genitori con passeggini, e bimbi col caschetto. A conti fatti direi che dopo Amsterdam (ovviamente) e Ravenna, questa è la città con più bici che abbia mai visto; molte più che a Parigi e cento volte più che in provincia di Cuneo...
 

Sul savoir faire

Assolutamente imbattibili sotto questo punto di vista. Di una cordialità e rispetto da far quasi sentire in imbarazzo. Prendiamo per esempio una scena tipica di un turista del vecchio continente in un ristorante o in un negozio, che chiede informazioni su un prodotto. Ebbene loro cercano sempre di risolvere ogni dubbio o problema, senza mai dire "no", anche se magari non ci si capisce al 100% con la lingua, chiedono l'aiuto del colleghi o di un menù con figure. E pur essendo sempre presenti in caso di bisogno, sanno non essere mai invasivi se si vuol solo dare un'occhiata in giro!

Sul comportamento a tavola
La prima cosa che si nota è che ti portano sempre una salvietta umida prima del pasto, per igienizzare le mani senza passare dalla toilette. Però non ci sono i tovaglioli tradizionali in stoffa, solo altre salviette di carta, per pulirsi la bocca dopo il pasto. Per posare le bacchette e posate tra una portata e l'altra c'è sulla tavola un piccolo holder, un supporto, che può variare molto di forma e materiale.
 

martedì, maggio 24, 2011

Tri-Uff


"Uff è finita!" è stato il primo pensiero quando finalmente ho varcato la linea dell'arrivo. Uno si aspetterebbe forse una sortita più grintosa, ma in quel preciso momento ero davvero contento che la faticaccia fosse giunta a termine!

Ma andiamo con ordine.

Ore 7h30, suona la sveglia e tutti giù dalle brande. Qualche problemino a prendere sonno la sera prima (cosa che non succedeva da mesi e mesi, quasi anni), ma tutto sommato mi sento riposato e carico per affrontar a bomba la giornata. 

Ore 8h30 assieme a due compagni di viaggio carico le biciclette sulla bagnole (auto in termini molto colloquiali) e si parte per due orette di autostrada. Direzione nord-ovest, verso Pont-Audemer, nella Alta Normandia. 

Ore 11h00 arriviamo nella ridente cittadina e parcheggiamo nello spazio designato attorno al laghetto dove si terrà l'evento. Ritroviamo subito altri membri del Club e al grido "si mangia!" diamo inizio ad un pasta-party spontaneo, visto che ognuno tira fuori il proprio barachin da pranzo con l'immancabile primo piatto italiano, fonte di preziosissimi carboidrati. Poco dopo ritiriamo il pettorale e lo stress inizia a salire un pochino, mentre il parcheggio inizia a riempirsi di atleti e spettatori e iniziano anche a sbucare le prime bici da cronometro, quelle dei "pro".

Ore 12h00 ci si cambia e si parte per un giretto in bici, utile per verificare che tutto funzioni a dovere e che le gambe rispondano dopo le ore trascorse seduti.

Ore 13h00 circa si entra nella zona di transizione dove sistemo la bici e controllo ancora una volta di aver tutto il materiale. Qualche consiglio dell'ultimo minuto viene elargito dai più navigati e poi click! è il momento di una bella foto di gruppo pre-partenza. Alla fine della fiera saremo di fatto il Club più numeroso alla competizione, forti di una cinquantina di presenze su 490 iscritti in totale. 

Ore 13h50, tempo di infilarsi la muta e soffrire un po' il caldo così coperti sotto il sole. Qualche minuto dopo ci viene accordato di buttarci in acqua per un po' di riscaldamento, dice lo speaker. Gran simpaticone quell'uomo, visto che l'acqua è a sì e no 17°C. Due bracciate veloci e si risale sulla sponda, pronti ad allinearci sulla linea di partenza. 


Ore 14h30 BAMMMM!! Si parte! O almeno, i primi partono. Io sono una decina di metri più indietro, in ultima fila e tutto esterno, per non trovarmi troppo nella cagnara. Precauzione giusta ma non sufficiente, visto che nel panico ci vado comunque. Tanto che sto quasi per tornare indietro e abbandonare sta massa di osannati, che scalciano e mulinano furiosamente le braccia come pale di mulini fuori controllo. Stringo i denti e mi faccio forza, mentre vedo già un buon numero di cuffie colorate lontano in mezzo al lago. Qualche bracciata e finalmente prendo il mio ritmo, passo attorno la prima boa senza problemi, le sensazioni migliorano un pochino e inizio a distendermi meglio. Altra boa e curva secca a sinistra, passo in mezzo a qualche atleta un po' spaesato che fa qualche metro a rana. A metà percorso inizio a provare piacere nel nuotare e mi pare anche di riconoscere qualche compagno d'allenamento qualche metro distante. Aumento un po' la frequenza della bracciata e d'un tratto scorgo le boe dell'arrivo un centinaio di metri più avanti. Passo ancora qualche concorrente e mi ritrovo infine a toccare la sponda. Uff.
 

Ore 15h00 circa esco dall'acqua e corricchio verso la mia bici. La prima transizione non va molto bene, visto che la muta non ne vuole sapere di venir via dai miei piedi. Cerco di tirarli fuori alla bell-e-meglio, infilo il casco, occhiali e cintura col pettorale e si parte. Fuori dall'area di cambio posso salire in sella e infilarmi le scarpe che erano attaccate ai pedali. I primi 10 km sono abbastanza in piano e riesco a passare qualche nuotatore che si trova meno a suo agio sulla due ruote. Poi arriva la salita, l'unica del percorso, di un paio di kilometri solamente. Passo un paio di compagni del Club, ci si incita a vicenda e ci si saluta, e ritrovo un po' di buonumore. A seguire c'è una lunga parte dritta con un sacco di vento, che soffia dritto dritto sulla faccia. Attraverso qualche paesino di campagna, dove gli abitanti hanno messo le sedie in giardino e guardano, un po' incuriositi un po' stupefatti, questa fila di atleti della domenica. A metà percorso una discesa mi permette di riprendere un minimo di respiro, prima dello strappo finale. Ritornato vicino al punto di partenza, vedo i ragazzi in testa alla corsa che son già partiti a correre e incito Dany, che avanza concentratissimo (finirà 16 assoluto maschile) e altri giovani talenti. L'area di cambio è vicina, mi tocca smontare dalla fida cavalcatura, in mezzo alla gente che incita e prende foto a raffica, manco fossimo star hollywoodiane sulla passerella di Cannes. Ri-Uff.


Ore 16h15 mi ritrovo a correre verso l'area di transizione. Poso la bici, via il casco/occhiali e mi infilo calze e scarpe da corsa. Partenza troppo veloce, come al solito, a poco più di 4 min/km. Il fiato c'è, ma le gambe non rispondono come vorrei e sento un crampo che inizia a farsi sentire sul quadricipite. Son costretto a ridurre l'andatura e al terzo kilometro Juliette, una giovane promessa del Club, mi passa agilmente e mi saluta, prima di sparire dietro una curva (finirà prima assoluta tra le donne, chapeau!). Devo ancora una volta stringere i denti, mi forzo a bere qualche sorsata d'acqua ad ogni punto ristoro e cerco di contrastare alla meglio il caldo e la disidratazione. Passo qualcuno e qualcun altro mi svernicia, mentre per terra le indicazioni dei kilometri trascorsi sembrano non arrivare mai. Attraverso il centro abitato, facendo slalom tra passeggini e auto in cerca di parcheggio, e mi ritrovo infine sul rettilineo di arrivo: sono gli ultimi mille metri. Mentre ritrovo il sorriso, alcuni atleti accelerano l'andatura e mi passano: io manco ci penso lontanamente, son contento di vedere finalmente la folla all'arrivo e mi voglio godere appieno questo momento.


Ore 17h00 circa passo la linea di arrivo. "E finita!" penso mentre una leggerezza innaturale mi invade il corpo. Ritrovo i compagni che han già finito e ci complimentiamo l'un l'altro, prima di tuffarmi su qualche panino e sulla frutta messa a disposizione dai volontari dell'organizzazione. Ad ogni conoscente che arriva si ripercorre la gara, con commenti e battute su questo o quel passaggio, e tutti son soddisfatti della prestazione. E pure io non ho di che lamentarmi visto che il cronometro si è fermato sulle 2h23', abbondantemente al di sotto delle due ore e mezza che segnavano la mia più rosea aspettativa pre-gara.
 

Ore 18h20 tutti in macchina che si riparte per un lungo viaggio di ritorno, visto l'immancabile traffico di rientro verso la capitale la domenica sera. 

Ore 22h00 finalmente a casa, una bella doccia e una mangiata come si deve non me la leva nessuno. Braccia e gambe adesso son pesanti, ma nessun dolore in particolare. E domani mi faccio un giorno (ma solo uno eh!) di meritato riposo senza allenamenti! ;)

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2011.05.22 - CD Pont-Audemer
Tempo totale : 2h23'17"
Piazzamento : 169/490 (34 perc)
Nuoto (1,5 km) : 26'31" (media 1'46"/100m)
Bici (40 km) : 1h14'20" (media 32,29 km/h)
Corsa (10 km) : 42'26" (media 4'15"/km)

martedì, maggio 03, 2011

Perché pedalare non è mica un lavoro

Nuovo inizio del mese e nuova pedalata da 120 km per me, in questa prima domenica di maggio, dedicata alla festa del lavoro e piena di bancarelle per la vendita di mazzolin di fiori, va a sapere poi perché. 
Questa volta però l'adesione del Club è stata un po' limitata, a causa delle gare che iniziano a fioccare un po' qua e là in tutta la regione, ma alle quali mi son ben guardato d'iscrivermi (meglio ancora un po' di tempo per prepararsi psicologicamente, mi son detto).

Al rendez-vous per la pedalata quindi ci siam ritrovati in quattro soltanto, ma nonostante ciò abbiam trascorso una gran gran bella giornata, grazie al meteo ultimamente molto clemente e ad un panorama niente male, nella campagna a Nord-Est di Parigi.

Una volta superati paesini e le simil-tangenziali piene di mezzi rombanti, ci siam ritrovati tra campi coltivati e foreste, fino ad arrivare al Château de Chantilly, che ci ha lasciato letteralmente spiazzati.


Una volta tornato a casa ho fatto le mie buone ricerche, scoprendo che c'è anche un comodo treno per arrivarci... a saperlo prima mannacc'! :D

sabato, aprile 09, 2011

Phatos and Cyclo

Il club organizzatore della pedalata dello scorso weekend ha reso disponibili oggi alcune foto scattate durante il famoso evento. Devo dire che sia io che i miei compagni d'avventura non compariamo molto e comunque mai sui pedali. Bensì veniam pizzicati molto sovente ai punti ristoro e il 100% delle volte con la bocca piena!


Questa foto poi mi ha fatto vario ridere: quella nella mia mano era solo una tartina imburrata, ma dopo sta sfacchinata dev'essermi sembrata - a giudicare dal pathos e dall'intensità della degustazione - una cibaria proveniente direttamente dall'Eden!

giovedì, marzo 03, 2011

Time will handle it all

Quattro mesi e mezzo, ma alla fine ce l'ho fatta e ho selezionato, tagliato, ridimensionato, photoshoppato e messo su le foto di Denver.

Denver, Colorado - ottobre 2010


Quel che si dice dare tempo al tempo!

domenica, dicembre 05, 2010

E Raffaele sia!

C'è una signora, che di solito viene solo agli allenamenti in piscina, che più o meno nuota alla mia stessa velocità. Tranne quando non ha molta voglia o non si sente in forma, e allora si ferma a bordo vasca e mi lascia passare, dicendo "Vaz-y Raffaele!"

Ora, non mi è molto chiaro da dove arrivi questo nome. Ed io ce l'ho detto e ripetuto un paio di volte che non mi chiamo così, ma mica ci fa tanto attenzione a quel che dico.
Così ho deciso che non le farò più notare l'errore, ci ho un po' perso la speranza; del resto, finché mi fa passare, per me va anche bene passare per Raffaele!



--- Aggiornamento Straconi ---

Bob e Manu han trovato su un giornale muntagnino questa foto della Straconi: si capisce subito che i fotografi hanno avuto un ottimo gusto nella scelta del soggetto al centro (no, non il dito).
Peccato solo non si vedano i passeggini o i signori con i 4zampe al guinzaglio in prima fila!

domenica, luglio 25, 2010

3, il numero perfetto

Alla fine si è tenuto, la scorsa domenica, il Triathlon de Paris [qui il sito ufficiale] per quest'anno. E nonostante le buone intenzioni che avessi per andare a fare un po' di foto già di buon mattino, non ce l'ho fatta a tirarmi giù da letto in tempo. La partenza era fissata per le 8.15, e quindi mi sarei dovuto svegliare almeno un'oretta prima per far colazione, cambiarmi, prender la metro e posizionarmi con la fotocamera... un po' eccessivo!

Così quando son arrivato sul posto, ai piedi della Tour Eiffel, erano le nove e mezza circa. Quel tanto di ritardo che bastava per farmi perdere la prima parte di gara, quella di nuoto nelle acque della Senna. Le foto che seguono quindi si riferiscono solo alla parte di ciclismo e quella finale di corsa.


Triathlon de Paris - 2010

Su questo sito però si possono trovare delle foto della prima parte: Nageurs.fr/Triathlon [sito]

Quello che più mi è rimasto impresso della giornata era lo spirito di festa che aleggiava. Tolto il primo gruppo di professionisti, per tanti altri era una giornata piena sì di fatica, ma anche di grandissima gioia. Che si manifestava soprattutto verso la fine, quando il traguardo era ormai un arco blu ben definito. E si potevano vedere signori non più giovanissimi varcare la fine con un sorriso a 32 denti, genitori che correvano gli ultimi metri con la propria figlioletta per mano, o ragazzi dietro le transenne che incitavano la propria mamma per le battute finali, dopo aver loro stesso completato la prova.

Natation en Triathlon 2010 - www.Nageurs.fr

Galvanizzato dalla giornata, questa settimana ho ripreso ad andare a nuoto durante la pausa pranzo, alternandola con la corsa dopo il lavoro e altri 95 km di bici il sabato.
E oggi ho ordinato la mia prima Trifonction, un completo appositamente studiato per nuotare, pedalare e correre, tutto in uno. Non si finisce mai... di spendere!

Ora devo solo più scrivere al Club di Triathlon che ho trovato "vicino" casa per chiedere informazioni e provare per un po' allenamenti. Al ritorno dalle vacanze però! ;)


Ps. Quasi dimenticavo: onore al vincitore della gara in distanza Olimpica, Chivot Arnaud, un francese che ha completato 1500 metri di nuoto in circa 19', i 40 km di bici in circa 58' e i 10 km di corsa in poco più di 33'. Per un totale di meno di 1h e 50'.
La prima classificata femminile, Saint Louis Fabienne, invece ha completato le tre prove in circa 20', 58' e 39', per un totale di 1h57'. Robe da matti!

mercoledì, giugno 23, 2010

Che poi uno non ci crede

Ore 14:53 - Borsone guardato di sottecchi dal 99,9% delle persone incontrate su TGV e metro

... che porto su e giù bici sui treni oltre il confine.

Ore 15:21 - Nuovo velocipede nel locale trolley, passeggini & co. del pianterreno

;)

lunedì, maggio 24, 2010

Fixed spirit

Uff. Manca ancora un mese prima di montare in sella al nuovo mezzo bi-gommato. Ma ogni giorno che passa aumenta caldo e aumentano le bici che vedo per strada. E di pari passo aumenta l'impazienza.

Vabbè, meglio distrarsi... con altre biciclette!

giovedì, aprile 15, 2010

Lampi di Zurigo

Di ritorno dalla tre giorni in quel di Zurigo, mi son messo di buona lena a trasferire le foto che ho scattato. E rivendendole mi son tornate in mente alcune cose, tra quelle che più mi han colpito della capitale d'oltralpe. (Anche se per me ora non è più tecnicamente "oltre le Alpi", ma vabbé, ci si capisce meglio così!)


La prima cosa è il rispetto dei pedoni. Facendo delle approssimazioni spannometriche, ho imparato che è sufficiente avvicinarsi a meno di 50 cm dalle strisce pedonali perchè l'automobilista di turno freni fino a fermarsi per farti passare. Dolcemente, senza inchiodate o stridore di gomme. Roba che io quasi mi vergognavo a passare senza aver aspettato almeno cinque minuti, fatto un passo in avanti, no c'è il pullman, adesso vado!, no c'è una moto dall'altra parte che arriva tutta sparata, poi c'è quel taxi, etc.
Tuttavia ho trovato un po' eccessivo che un pedone solo possa anche far fermare un tram intero, che ne trasporta decine. Ma saran abituati così, che ci vuoi fare.

Ad avermi stupito poi è la quantità di aerei che transitano nel cielo sopra la città, con conseguenti numerosissime scie che si incrociano nell'azzuro. Sarà per la posizione centrale della Svizzera, per il cielo più sereno di quello a cui son abituato, o per chissà quale altro motivo meteo-trasportistico. Certo è che quel posto dev'essere veramente il paradiso per i complottisti delle scie chimiche.


Poi, nonostante non sia esattamente una città piatta, son rimasto sorpreso dalla quantità di biciclette che sguazzano nelle vie. Soprattutto bici da corsa, tenute di tutto punto, che procedono spedite tra gli insidiosissimi binari dei tram. Non si è forse ai livelli di Amsterdam, ma la tipologia di traffico è simile, con tanti mezzi pubblici e bici sull'asfalto, e meno auto.

La seconda sera invece, guardando il panorama dalla terrazza dietro l'università, oltre ai numerosi campanili che rompono il piatto delle case, non ho potuto non notare le gru, numerossissime anche quelle. Una dozzina almeno, facendo un rapido conto per uno spicchio di città. A cena poi un ragazzo che lavora nella città ci ha rivelato che Zurigo ha un'altissima concentrazione di architetti. Sarà la loro lobby, mi son detto, che decide di fare e disfare case in continuazione.

giovedì, aprile 08, 2010

Nonsolocalcio

"Aspettando Francia - Italia di domani... e ancora non riesco a capire se son più felice per il fatto che sarà la prima volta che andrò allo stadio o perché non vedrò una partita di calcio!"

Quel domani è poi venuto, e le foto son qui a dimostrarlo.




... ora non resta altro che imparare le regole del Rugby!

domenica, aprile 04, 2010

3 mesi fa

Ci sono volte che ho un sacco di idee per la testa, situazioni, scene di vita in cui sono immerso. Ma ultimamente me le ritrovo tutte scombinate, come appena uscite da una centrifuga. O da una betoniera, che rende meglio l'idea. E non mi viene di scrivere niente.

Per questo mi attengo agli scatti, quelli veri, che anche se son già passati solo tre mesi, uno le riguarda già con nostalgia-del-bel-tempo-che-fu.


Capodanno 2009 - Ljubljana, Slovenia

domenica, dicembre 20, 2009

Day 279 - Au revoir!

E' giovedì mattina. La sveglia ha suonato come al solito, puntuale alle 7h30 come ogni altra mattina.
Questa volta però non è bastata, un tocco soltanto sul tasto in alto a destra e il silenzio è tornato a riempire la stanza.
Quando poi mi son deciso che è l'ora di schiarirsi le idee e alzarsi, è già passata almeno mezz'ora. E sono in ritardo.
L'ultimo giorno in città, per questo anno che sta precipitosamente arrivando al capolinea.
Con un gesto deciso faccio da parte il piumone e un colpo d'aria più fredda subito viene ad avvolgermi le gambe. Mi metto a sedere, sul lato sinistro del letto, mentre noto un'insolita pesantezza nel tirare su la testa dal cuscino. Un residuo del mirto di ieri sera, penso.
Ma non c'è tempo per le lagne, decido di alzarmi e prima ancora di vestirmi spalanco la finestra e apro la persiana che dà sulla strada di fronte al mio palazzo.
Un paesaggio nuovo mi accoglie, benché familiare, così bianco, ovattato.


Alcuni centimetri di neve sono già scesi a ricoprire ogni cosa, dai tetti alle panchine, alberi e marciapiedi, cancellandone i colori.
E un sorriso si abbozza sul viso per questo inaspettato regalo, proprio nel giorno della partenza: è arrivato il momento di fare le valige, si torna a casa!

venerdì, dicembre 18, 2009

Day 276 - Luci e colori

In alcune strade si stanno facendo largo le prime luminarie natalizie. A dire il vero dovrebbero essere ben 25 le vie addobbate a festa, ma chissà dove sono. Non ho più girato molto ultimamente.

Però c'è il municipio del mio arrondissement, il 14°, che mi piace un sacco. E sarà perché il più vicino a casa, proprio sul tragitto che seguo a ritorno dal lavoro, ma è l'unico che si è meritato una sosta per un paio di foto, a qualche grado sotto zero.

Mairie du 14e Arrondissement

domenica, novembre 29, 2009

Day 260, Zampillando tensione

Oggi ho provato una tensione lancinante. Di un magnitudo comparabile ai giorni pre-esame da venti crediti, che son poi quelli massicci, nei quali ti giochi un terzo di anno universitario.
Tutto questo perché lunedì ho la verifica di Francese!

Cioè, magari letto così, nero su bianco non rende a dovere.
Riproviamo.
Lunedì c'è... LA VERIFICA DI FRANCESE!!

"Che tensione." (cit.)

E so giusto spiaccicare due parole in croce. Quelle sufficienti per ordinare l'abbeveraggio vario al bancone, in pratica.

Mi pareva giusto quindi mettermi a studiare qualcosa. Gli ultimi due giorni son l'ideale, mi son detto (sempre per essere coerenti con lo studio universitario sopracitato).
Però così, con solo le fotocopie che ci danno al corso e le poche pagine gli appunti non mi pareva efficace. E sono uscito di buon'ora diretto verso una qualche libreria, da cui son tornato con un simpatico libricino, "L'arte della coniugazione". Ora fa bella mostra di sé sulla scrivania, in un posto dove è sempre in bella vista, in modo che mi ricordi sempre che devo anche aprirlo, leggerlo e magari studiarlo.

Prima o poi, si intende, perché per ora non ho mica avuto il coraggio di aprirlo.

In compenso però ho caricato delle foto inedite.



E, attenzione attenzione, si registra in esse per la prima volta la presenza di vita umana!

Che stia davvero imparando qualcosa (?).

mercoledì, novembre 25, 2009

Day 252, Orseé

Sabato pomeriggio sono stato al Museo d'Orsay. Finalmente torno a dire, visto che mi ritrovo ad approfittare sempre troppo poco dell'offerta culturale di questa città. E degli sconti per i minori di 26 anni tra l'altro.

Ma diversamente dalle altre volte, mentre vagavo tra le sale del primo piano, tra paesaggi, maschere della morte, autoritratti, ho forse capito perchè coltivo subconsciamente questo odio-amore nei confronti dei musei.

Perché mi fa venire il mal di schiena.
Paradossalmente più che a fare dello sport. Molto di più.

Non so, sarà la classica postura, quella finta-cultural-meditativa a braccia conserte, giubotto sugli avambracci e mano tirata su a grattarsi il mento, che tutti abbiamo adottato almeno una volta.

O la generale lentezza dei movimenti, la pacatezza dei gesti anche più comuni che (quasi) tutti adottano in modo quasi automatico in un museo.

Quanto sarebbe bello invece girare pei musei in biciletta?

lunedì, novembre 02, 2009

Day 233, Fortissimamente volli

No ma dico provate voi, a visitare questo sito, Cyclope, e poi, giusto il giorno dopo dell'addebito dello stipendio sul conto, ad andate a fare un giro nel suddetto negozio, con l'innocente scusa di accompagnare un amico.
E provate a resistere alla tentazione fortissima di comprarne una. Una a caso.

Provate, dicevo.
Provate voi se ne siete capaci.

lunedì, agosto 24, 2009

Day 152, Pensieri in viaggio

Il leggero ma costante flusso di aria condizionata non accenna a diminuire. E se alla partenza regalava una piacevole refrigerazione, ora dispensa ad intermittenza qualche brivido lungo la schiena. Chissà se avrò freddo quando sarò arrivato a destinazione. Sono sicuro di sì.

Si sente un bambino vociare un paio file più avanti: la sua voce è alternata con quella di una donna, la madre mi viene da pensare. Ma le parole di entrambi non si distinguono, si mescolano solamente con la musica che trabocca dagli auricolari.

Fuori dal finestrino il cielo si sta oscurando e a chilometri di distanza, più ad est, si addensano alcune nubi, cupe. E mentre i confini tra la terra e l'atmosfera diventano via via più indefiniti, penso che ho già preso questo treno quasi ad ogni orario possibile.
Lo stesso tragitto, le stesse fermate, ma ciascuno di questi viaggi è stato diverso.

Oggi mi porto dentro una moltitudine di istantanee, parole, volti e sguardi che hanno affollato questa settimana di rientro a casa. E dico affollato perché sono stati giorni decisamente intensi, dai quali ho cercato di trarre il massimo in termini di opportunità per fare il pieno di emozioni.

Così sono felice per il concerto reggae a cui abbiam partecipato, in una fresca serata di montagna nel Forte, e per aver rivisto vecchie conoscenze.
Per aver condiviso la fatica di correre tra vie solitarie di campagna e il sudore di una camminata in montagna verso laghi Alpini a oltre 2500 metri.
Per l'accoglienza degli amici al mare e per l'avermi inconsciamente aiutato nel vincere un po' del mio timore a spingermi al largo oltre la prima boa.
Per l'ospitalità di chi ci ha invitato per una gran cena finale e per la compagnia di tutti coloro i quali hanno preso parte.
Per il calore che mi ha accolto e mi lega stretto alla mia casa e alla mia famiglia.

Sarebbe bello, ma non ci sono solamente note positive perché mi è rimasto un po' di rammarico per alcune persone che avrei avuto (ri)incontrare o posti in cui sarei voluto passare. Tutto rimandato al prossimo viaggio.
Che ancora una volta sarà diverso da quello di oggi.

Isola Gallinara

martedì, maggio 05, 2009

Day 37, Rêve Générale

Venerdì scorso c'è stato il corteo organizzato in occasione della Festa dei lavoratori e ho colto al volo l'occasione per curiosare un po' e respirare l'aria di manifestazione parigina.

Il percorso aveva come inizio la piazza di Denfert-Rochereau e, dopo aver attraversato diversi quartieri per circa quattro chilometri e mezzo, terminava nella piazza della Bastiglia.
Mi sono stupito nel vedere sì la gran moltitudine di persone, ma ancora di più l'entusiasmo, la partecipazione attiva di molti uomini e donne, giovani o meno che fossero.


Paris V, corteo 1° Maggio

Singolare lo slogan che tappezzava molte insegne e magliette con la scritta "Rêve Générale" (sogno generale), parafrasi di "Grève Générale" (sciopero generale).