Si chiude stasera una dieci giorni trascorsi a casuccia mia del Piemonte. Una vacanza di quelle che ogni tanto ci vuole, per rivedere la famiglia, scherzare con gli amici di sempre, fare il pieno di cibo casereccio molto buono, e, perché no, fare un po' di sport. Circa 23 ore in totale, sommando tutte le attività. Non male direi, quest'anno non avrò fatto il ritiro coi ragazzi del Club, ma l'ho recuperato in solitaria.
Poco più di tre mesi al via, avanti così.
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domenica, maggio 12, 2013
giovedì, novembre 17, 2011
SNCF ti odio... e poi ti amo!
Dopo averci tanto fatto penare con ritardi, mail di beffa, annunci fasulli e quant'altro, la SNCF (società ferroviaria nazionale francese) ha sbloccato un paio di giorni fa la vendita online dei biglietti per scendere giù il prossimo Natale col TGV! Whoooo-ho!
Al 99,999% della popolazione italiana e francese non fregherà un tubo, mentre i miei amici italiani emigrati ed io eravamo sull'orlo di un'apocalittica crisi di nervi, con scenari catastrofici che si delineavano all'orizzonte, tipo pellegrinaggi da 16 ore in treno notturno, o traversate in pullman da 10, o ancora affitti di auto al prezzo pari ad uno stipendio mensile... o ancora peggio, al trascorrere il Natale lontano da casa!
E sono ad un passo da stappare la bottiglia di vino che mi son portato da casa e tracannarmela da solo!
Al 99,999% della popolazione italiana e francese non fregherà un tubo, mentre i miei amici italiani emigrati ed io eravamo sull'orlo di un'apocalittica crisi di nervi, con scenari catastrofici che si delineavano all'orizzonte, tipo pellegrinaggi da 16 ore in treno notturno, o traversate in pullman da 10, o ancora affitti di auto al prezzo pari ad uno stipendio mensile... o ancora peggio, al trascorrere il Natale lontano da casa!
E sono ad un passo da stappare la bottiglia di vino che mi son portato da casa e tracannarmela da solo!
mercoledì, ottobre 26, 2011
Ma quanto odio sta fiacca autunnale
É un periodo di secca. Sarà il grigiume, sarà l'abbassamento delle temperature, sarà sto buco dell'ozono, non lo so, però c'è un po' di scazzo che aleggia sulla mia testa.
Da un lato mi son deciso finalmente a farmi vedere per sta tendinite al polso che mi porto dietro da sei mesi. La settimana scorsa quindi son stato in visita dal reumatologo e oggi ho iniziato le sedute dal kinesiologo. Spero di tornare come nuovo per dicembre, ma temo di essere un po' ottimista!
Dall'altra son costretto a sforzare meno possibile la mano destra, per cui niente nuoto praticamente da inizio settembre a questa parte. E mi vedo così costretto ad affogare la frustrazione (di non potermi allenare come meglio credo) nella corsa, nel barattolo da 750g di Nutella e nel lavoro. Più nei primi due però.
Meno male che tra un paio di giorni farò una capatina a casa, approfittando del ponte di inizio novembre. E spero proprio di ricaricare un po' le pile... oltre che la dispensa!
Da un lato mi son deciso finalmente a farmi vedere per sta tendinite al polso che mi porto dietro da sei mesi. La settimana scorsa quindi son stato in visita dal reumatologo e oggi ho iniziato le sedute dal kinesiologo. Spero di tornare come nuovo per dicembre, ma temo di essere un po' ottimista!
Dall'altra son costretto a sforzare meno possibile la mano destra, per cui niente nuoto praticamente da inizio settembre a questa parte. E mi vedo così costretto ad affogare la frustrazione (di non potermi allenare come meglio credo) nella corsa, nel barattolo da 750g di Nutella e nel lavoro. Più nei primi due però.
Meno male che tra un paio di giorni farò una capatina a casa, approfittando del ponte di inizio novembre. E spero proprio di ricaricare un po' le pile... oltre che la dispensa!
domenica, agosto 07, 2011
Infine vacanze
Finalmente sono arrivate, le tanto sospirate vacanze!
Anzi al dire il vero son già a metà, ma questi son dettagli, mi resta ancora più di una settimana e voglio continuare a godermele al meglio.
Tuttavia pensandoci bene non mi trovo poi mica tanto d'accordo con la definizione canonica del termine. Perché sebbene il dizionario Garzanti reciti "periodo di riposo concesso a chi lavora o studia", per me le vacanze costituiscono un "periodo (più corto di quanto vorresti) nel quale ti puoi dedicare a tempo pieno alle persone e alle attività a te care".
Il che si traduce in uscite montanare in famiglia, ritrovi con gli amici, cene&aperitivi e inevitabilmente una regolare attività sportiva, diciamo almeno una volta al dì. Non li chiamo allenamenti perché mi suona male, non son poi sedute molto ben strutturate... più che altro cerco di non perder la forma in acqua e la gamba nella corsa. E poi naturalmente bisogna saper approfittare di questi serpenti d'asfalto che si snodano su per i bricchi Alpini, no?
Anzi al dire il vero son già a metà, ma questi son dettagli, mi resta ancora più di una settimana e voglio continuare a godermele al meglio.
Tuttavia pensandoci bene non mi trovo poi mica tanto d'accordo con la definizione canonica del termine. Perché sebbene il dizionario Garzanti reciti "periodo di riposo concesso a chi lavora o studia", per me le vacanze costituiscono un "periodo (più corto di quanto vorresti) nel quale ti puoi dedicare a tempo pieno alle persone e alle attività a te care".
Sulla strada per il Lago blu, 2540m
Il che si traduce in uscite montanare in famiglia, ritrovi con gli amici, cene&aperitivi e inevitabilmente una regolare attività sportiva, diciamo almeno una volta al dì. Non li chiamo allenamenti perché mi suona male, non son poi sedute molto ben strutturate... più che altro cerco di non perder la forma in acqua e la gamba nella corsa. E poi naturalmente bisogna saper approfittare di questi serpenti d'asfalto che si snodano su per i bricchi Alpini, no?
domenica, febbraio 27, 2011
List in progress
Lista di alcune cose che mi mancano del Paese mio.
- Gli amaretti e i Pavesini.
- Il caldo della stufa a legna.
- La campagna e la montagna.
- Il divano.
- Le pastiglie Leone.
- Le strade semi-deserte di campagna.
- La Calvè.
- La ritualità della domenica.
- L'autolavaggio.
- Le chiacchiere coi vicini.
Lista di alcune cose che NON mi mancano del Paese mio.
- Le canzoni delle nuove leve del panorama italiano.
- Il dover prendere l'auto quotidianamente.
- L'ingresso in piscina carocomeilfuoco.
- Tutti i programmi che passano alla tele.
- Il freddo umido pungente.
- La pioggia che dura giorni interi.
- Le pause eterne tra le portate nei ristoranti.
- I giubbotti di vernice.
- Il suono del citofono.
Ps. ci tengo a precisare che questa lista, non esaustiva tra l'altro, contempla solo le cose. Le persone che mi mancano non le vengo di certo a scrivere qui... ;)
- Gli amaretti e i Pavesini.
- Il caldo della stufa a legna.
- La campagna e la montagna.
- Il divano.
- Le pastiglie Leone.
- Le strade semi-deserte di campagna.
- La Calvè.
- La ritualità della domenica.
- L'autolavaggio.
- Le chiacchiere coi vicini.
Lista di alcune cose che NON mi mancano del Paese mio.
- Le canzoni delle nuove leve del panorama italiano.
- Il dover prendere l'auto quotidianamente.
- L'ingresso in piscina carocomeilfuoco.
- Tutti i programmi che passano alla tele.
- Il freddo umido pungente.
- La pioggia che dura giorni interi.
- Le pause eterne tra le portate nei ristoranti.
- I giubbotti di vernice.
- Il suono del citofono.
Ps. ci tengo a precisare che questa lista, non esaustiva tra l'altro, contempla solo le cose. Le persone che mi mancano non le vengo di certo a scrivere qui... ;)
domenica, febbraio 20, 2011
Dove osano i Totò
Dopo l'ormai celeberrimo "A Cuneo" cantato dalla coppia Bisio a Zelig qualche tempo fa (qui un link per i distratti che se lo son persi o se lo vogliono riguardare), mi è tornato un po' di senso patriottico. Non ancora esteso alla nazione intera (dovuto allo sprezzo per certi elementi al centro delle recenti notizie di "policronaca rosa"), ma se non altro al mio capoluogo di provincia. Ed ecco che dagli archivi poi qualcuno ha riesumato questo:
... quante cose che ci insegna YouTube!
Cuneo 1967 - Ritratti di Città
... quante cose che ci insegna YouTube!
martedì, novembre 09, 2010
Smaltimento preventivo
Domenica prossima sarò di ritorno in terra natia e siccome ho sentito parlare di un pranzo in famiglia, con ingenti quantità di gnocchi alla bava fatti in casa, già mi stavo attivando per trovare dei ritagli di tempo dove andare a fare un po' di corsa o due vasche.
Per fortuna poi che è spuntata l'opzione Straconi 2010 (sito), una corsa non competitiva (che poi cosa vuol dire "non competitiva"? una corsa è una corsa, e a patto di non essere da solo (ma qui potrei anche obiettare, perché volendo migliorare in qualcosa, come si fa a non essere competitivi con se stessi?) per definizione si compete con gli altri) di circa 8 km, per le asfaltate strade del mio capoluogo di provincia.
E sarà una stupidaggine, ma saran quasi dieci anni che non mi metto alla prova con gli altri, ovvero dai bei tempi andati dell'atletica che ho mollato prima di iniziare l'università.
Dico solo due parole.
"CHE TENSIONE!" (cit.)
Per fortuna poi che è spuntata l'opzione Straconi 2010 (sito), una corsa non competitiva (che poi cosa vuol dire "non competitiva"? una corsa è una corsa, e a patto di non essere da solo (ma qui potrei anche obiettare, perché volendo migliorare in qualcosa, come si fa a non essere competitivi con se stessi?) per definizione si compete con gli altri) di circa 8 km, per le asfaltate strade del mio capoluogo di provincia.
E sarà una stupidaggine, ma saran quasi dieci anni che non mi metto alla prova con gli altri, ovvero dai bei tempi andati dell'atletica che ho mollato prima di iniziare l'università.
Dico solo due parole.
"CHE TENSIONE!" (cit.)
lunedì, giugno 21, 2010
1, 2, 3 prova!
Questa mattina mi son svegliato, erano le 8 passate da poco, e subito mi son precipitato a tirar su la tapparella per vedere che clima c'era fuori. Nel weekend infatti qui in Granda aveva fatto un po' di tutto, con sole e afa il venerdì, vento a raffiche e temporali il sabato, e ancora pioggia la domenica.
Ma questa mattina però non può far brutto! - mi ripetevo mentre ansioso trafficavo vicino alla finestra - Deve splendere il sole, perché oggi si prova la versione casalinga del triathlon olimpico. E il sole fortunatamente c'era, lì, alto sull'est ad aspettarmi.
Una colazione veloce, poi in camera a cambiarsi, preparare lo zainetto con costume e asciugamano, lucchetto per la bici, la borraccia con il Briovitase e via! Si parte alla volta della piscina, nell'aria frizzante delle nove e mezza di questo primo giorno d'estate atipica.
Sui pedali mi sentivo bene, la bicicletta da corsa che ho ritirato due giorni fa è fantasticamente indescrivibile. Tanto leggera da portare avanti che a volte penso che ci sia veramente un motorino invisibile dentro, come di quelli che vedi in qualche video online. Tanto silenziosa che sembra galleggiare sull'asfalto. Tanto alta che tocco solo sulle punte dei piedi, una roba che non capitava più da una ventina d'anni a questa parte!
Dopo questi dodici chilometri di quasi riscaldamento ero in piscina a Savigliano, alle 10 in punto. Sorvolando sul prezzo esorbitante dell'ingresso (con la stessa cifra di un ingresso estivo qui, in Francia mi faccio un mese di ingressi), e sulla mancanza di un porta bici sicuro all'interno, la sessione di nuoto è andata egregiamente. Eravamo solo in cinque, uno per ogni corsia, e il chilometro e mezzo a stile è andato via senza troppo forzare, a colpi di quattro, sei o otto vasche alla volta, in 50 minuti circa. Una doccia veloce, due Kinder cereali ed ero di nuovo fuori, pronto a riabbracciare il manubrio ricurvo della mia Olmo rossa.
Sulla strada del ritorno ho abbandonato la statale trafficata seguendo le vie che si snodavano per la campagna, arrivando fino a lambire Fossano. E poi di nuovo rotta verso casa. Le gambe rispondevano bene, mentre le braccia erano quelle a più soffrire delle buche e sconnessioni del manto stradale. Ma la cornice di montagne che si poteva ammirare oggi grazie al cielo limpido e l'assenza di afa, faceva dimenticare ogni male e fatica. Dopo poco meno di un'ora avevo coperto i 29 km del giro in bici. Non è la distanza regolamentare, ma diciamo che mi sono abbuonato il tragitto fatto all'andata, comunque sempre alla velocità media sopra i 30 km/h.
Appena tornato a casa poi stavo quasi meditando di fermarmi. Non ero sicuramente al meglio della forma e iniziavo a perdere veramente un sacco di liquidi, più di quanto riuscissi a buttare giù. Una rinfrescata veloce con la testa sotto al rubinetto però è bastata per ridarmi la voglia di partire. Solo a livello mentale però, perché i piedi già li strisciavo quando manco ero uscito dal cortile di casa!
L'andatura della corsa quindi è stata la meno soddisfacente di tutte, riuscendo a coprire 9 km in ben 51 minuti. Ma non c'era davvero più benza nelle mie gambe. E anche nel resto del corpo.
All'una circa ero quindi di ritorno all'ovile, un tre ore e mezza circa dopo il via. Con i muscoli delle gambe molli come fossero di gelatina, la faccia di un colore rosso peperone stile insolazione/ustione, non più un centilitro di liquido da sudare via e lo stomaco chiusissimo, nonostante la voglia di ritrovare energia.
Ma avevo un sorriso grande così, che mi è stato stampato sul viso per un bel po'. Diciamo almeno fino a quando non son crollato sul divano per una pennichella epica!
Special thanks
Per questa prima prova, ma soprattutto per i mesi di allenamento fatti fin'ora, ci tengo a ringraziare apertamente:
- i miei genitori, che col tempo hanno imparato a darmi corda e non cercano (quasi) più di dissuadermi dal fare cose "strane";
- il libro Triathlon for Dummies [link] per alcuni preziosi consigli;
- YouTube, per i motivational [link] che riesce a proporre continuamente;
- gli amici con cui ho parlato in questo ultimo periodo, ché forse loro non lo sanno (o lo sanno BENISSIMO) che più mi dicono "tu sei matto!", più mi caricano! ;)
Ma questa mattina però non può far brutto! - mi ripetevo mentre ansioso trafficavo vicino alla finestra - Deve splendere il sole, perché oggi si prova la versione casalinga del triathlon olimpico. E il sole fortunatamente c'era, lì, alto sull'est ad aspettarmi.
Una colazione veloce, poi in camera a cambiarsi, preparare lo zainetto con costume e asciugamano, lucchetto per la bici, la borraccia con il Briovitase e via! Si parte alla volta della piscina, nell'aria frizzante delle nove e mezza di questo primo giorno d'estate atipica.
Sui pedali mi sentivo bene, la bicicletta da corsa che ho ritirato due giorni fa è fantasticamente indescrivibile. Tanto leggera da portare avanti che a volte penso che ci sia veramente un motorino invisibile dentro, come di quelli che vedi in qualche video online. Tanto silenziosa che sembra galleggiare sull'asfalto. Tanto alta che tocco solo sulle punte dei piedi, una roba che non capitava più da una ventina d'anni a questa parte!
Dopo questi dodici chilometri di quasi riscaldamento ero in piscina a Savigliano, alle 10 in punto. Sorvolando sul prezzo esorbitante dell'ingresso (con la stessa cifra di un ingresso estivo qui, in Francia mi faccio un mese di ingressi), e sulla mancanza di un porta bici sicuro all'interno, la sessione di nuoto è andata egregiamente. Eravamo solo in cinque, uno per ogni corsia, e il chilometro e mezzo a stile è andato via senza troppo forzare, a colpi di quattro, sei o otto vasche alla volta, in 50 minuti circa. Una doccia veloce, due Kinder cereali ed ero di nuovo fuori, pronto a riabbracciare il manubrio ricurvo della mia Olmo rossa.
Sulla strada del ritorno ho abbandonato la statale trafficata seguendo le vie che si snodavano per la campagna, arrivando fino a lambire Fossano. E poi di nuovo rotta verso casa. Le gambe rispondevano bene, mentre le braccia erano quelle a più soffrire delle buche e sconnessioni del manto stradale. Ma la cornice di montagne che si poteva ammirare oggi grazie al cielo limpido e l'assenza di afa, faceva dimenticare ogni male e fatica. Dopo poco meno di un'ora avevo coperto i 29 km del giro in bici. Non è la distanza regolamentare, ma diciamo che mi sono abbuonato il tragitto fatto all'andata, comunque sempre alla velocità media sopra i 30 km/h.
Bike session (29 km) [link]
Appena tornato a casa poi stavo quasi meditando di fermarmi. Non ero sicuramente al meglio della forma e iniziavo a perdere veramente un sacco di liquidi, più di quanto riuscissi a buttare giù. Una rinfrescata veloce con la testa sotto al rubinetto però è bastata per ridarmi la voglia di partire. Solo a livello mentale però, perché i piedi già li strisciavo quando manco ero uscito dal cortile di casa!
L'andatura della corsa quindi è stata la meno soddisfacente di tutte, riuscendo a coprire 9 km in ben 51 minuti. Ma non c'era davvero più benza nelle mie gambe. E anche nel resto del corpo.
All'una circa ero quindi di ritorno all'ovile, un tre ore e mezza circa dopo il via. Con i muscoli delle gambe molli come fossero di gelatina, la faccia di un colore rosso peperone stile insolazione/ustione, non più un centilitro di liquido da sudare via e lo stomaco chiusissimo, nonostante la voglia di ritrovare energia.
Ma avevo un sorriso grande così, che mi è stato stampato sul viso per un bel po'. Diciamo almeno fino a quando non son crollato sul divano per una pennichella epica!
Special thanks
Per questa prima prova, ma soprattutto per i mesi di allenamento fatti fin'ora, ci tengo a ringraziare apertamente:
- i miei genitori, che col tempo hanno imparato a darmi corda e non cercano (quasi) più di dissuadermi dal fare cose "strane";
- il libro Triathlon for Dummies [link] per alcuni preziosi consigli;
- YouTube, per i motivational [link] che riesce a proporre continuamente;
- gli amici con cui ho parlato in questo ultimo periodo, ché forse loro non lo sanno (o lo sanno BENISSIMO) che più mi dicono "tu sei matto!", più mi caricano! ;)
domenica, maggio 30, 2010
Rotoballe
"Son dei quarti d’ora che qui in treno, siamo in Emilia-Romagna, passiamo in mezzo a campi pieni di rotoballe. Rotoballe ovunque, chilometri quadrati di rotoballe, interi quarti d’ora di rotoballe. Questa sì che è vita. Io le adoro, le rotoballe." - eiochemipensavo, (scritto qui)

Ho incrociato questo pezzo la scorsa settimana, leggendo qui e là. E non ho potuto non commentare, come sotto.
Rotoballe! Ci uscivo pazzo, quand’ero ragazzino. Tanto che passavo interi pomeriggi assolati a correrci attorno, tentare inutilmente di spingerle, arrampicarmici graffiandomi ovunque.
Poi col tempo crebbi e persi interesse, nonostante potessi salirci son un sol salto.
Ora, che mi ritrovo attorniato da palazzoni, grigiume da smog e strade asfaltate larghe 4 corsie, non so cosa darei per una rotoballa mia. Ma in camera, al posto della poltrona. E di fieno maggengo, che profuma d’infanzia.

Ho incrociato questo pezzo la scorsa settimana, leggendo qui e là. E non ho potuto non commentare, come sotto.
Rotoballe! Ci uscivo pazzo, quand’ero ragazzino. Tanto che passavo interi pomeriggi assolati a correrci attorno, tentare inutilmente di spingerle, arrampicarmici graffiandomi ovunque.
Poi col tempo crebbi e persi interesse, nonostante potessi salirci son un sol salto.
Ora, che mi ritrovo attorniato da palazzoni, grigiume da smog e strade asfaltate larghe 4 corsie, non so cosa darei per una rotoballa mia. Ma in camera, al posto della poltrona. E di fieno maggengo, che profuma d’infanzia.
venerdì, maggio 21, 2010
Mica semplici verdure
Ho comprato un vasetto con delle piantine di basilico, un mese fa circa. Già al primo sguardo non mi era parso in ottima salute, ma era l'ultimo rimasto al negozio quel giorno e chissà come tra me e me avevo deciso che non sarei più potuto stare senza.
Così lo portai a casa e lo misi sul piccolo davanzale della cucina. Nella settimana successiva divenne ancora più malconcio. E alla fine decisi di portarmelo in camera, sotto stretta osservazione, e tenerlo al caldo, al sole, ma non nelle ore di punta, con la giusta dose di acqua ogni tre giorni, non di più.
Fatto sta che col passare dei giorni si è ripreso, e adesso fa bella mostra di sé sulla scrivania: rigoglioso, ha messo su un bel verde acceso. Talmente bello che ora mi spiace persino strapparci via le foglie. Finirà che lo terrò da ornamento.
Così lo portai a casa e lo misi sul piccolo davanzale della cucina. Nella settimana successiva divenne ancora più malconcio. E alla fine decisi di portarmelo in camera, sotto stretta osservazione, e tenerlo al caldo, al sole, ma non nelle ore di punta, con la giusta dose di acqua ogni tre giorni, non di più.
Fatto sta che col passare dei giorni si è ripreso, e adesso fa bella mostra di sé sulla scrivania: rigoglioso, ha messo su un bel verde acceso. Talmente bello che ora mi spiace persino strapparci via le foglie. Finirà che lo terrò da ornamento.
giovedì, gennaio 07, 2010
Day 299, Anno nuovo, vita...?
Una lunga giornata quella di oggi, di quelle che mettono alla prova anche i più duri e navigati esploratori del vecchio continente.
Già non era partita così bene questa mattina, quando, fermo sul binario numero 2 della stazione sentivo annunciare dieci, passati poi a quindici e infine venti, minuti di ritardo per il mio treno. Erano le 6 e 42 circa. E già non partiva affatto bene.
Un viaggio di un'oretta in una carrozza, desertica perché fredda, ed ero a Torino. La mia persona, il mio zaino, la mia valigiona con le rotelle da rollerblade e la mia bicicletta a tracolla, completamente smontata e imballata a regola d'arte in un cartone griffato Unieuro. A Torino arrivavo in stazione ben 5, cinque, minuti prima della partenza del TGV, grazie ai ritardi accumulati sulla tratta. Grazie Trenitalia.
Grazie.
Grazie di cuore.
Grazie.
Non son mai troppi per te i ringraziamenti.
Sul treno ad alta velocità poi la bici ha trovato inaspettatamente un'agile sistemazione nei classici portabagagli supra i sedili dei passeggeri, tra gli sguardi curiosi degli altri viaggiatori a bordo e quelli più perplessi di coloro che occupavano i posti sottostanti. Ma tutto è andato per il verso giusto. Il mezzo non si è mosso di un centimetro ed è entrato in sordina in Gallia, senza alcun temuto diverbio coi controllori.
Approdati nella capitale francese, sono stati prontamente snobbati i taxi, e si è scelto per la più popolare Metro. Con io, il mio zaino, la mia valigia con le rotelle e la mia bici/tracolla.
Fortuna che il prode Gege è accorso in mio aiuto, trascinando la valigiona fin sotto casa, altrimenti non penso sarei ancora arrivato ora.
"Aaaah, quanto ci piace tribolare annoi!" (tribolare = faticare, possibilmente imprecando)
Il risultato però parla da solo, perché la mia bella bicicletta riposa ora nel ripostiglio, tutta bella rimontata e oliata di fresco. E assicurata al termosifone, perchè non si sa mai.
E ora è quasi ora di andare a dormire, e non è che abbia tutta questa voglia di scrivere. Ma lo voglio fare, lo devo fare, non solo per raccontare questo ultimo viaggio tumultuoso, ma anche per ripensare a queste vacanze passate a casa e ringraziare tutti coloro hanno reso vivo e intenso ogni singolo giorno che è trascorso. Perché non c'è n'è uno, uno solo, che rinnego e che vorrei cambiare.
E' stata più dura del solito ripartire. E mi fa pensare che forse non mi ci abituerò mai completamente.
Ma forse è proprio questo il significato della parola "casa".
Già non era partita così bene questa mattina, quando, fermo sul binario numero 2 della stazione sentivo annunciare dieci, passati poi a quindici e infine venti, minuti di ritardo per il mio treno. Erano le 6 e 42 circa. E già non partiva affatto bene.
Un viaggio di un'oretta in una carrozza, desertica perché fredda, ed ero a Torino. La mia persona, il mio zaino, la mia valigiona con le rotelle da rollerblade e la mia bicicletta a tracolla, completamente smontata e imballata a regola d'arte in un cartone griffato Unieuro. A Torino arrivavo in stazione ben 5, cinque, minuti prima della partenza del TGV, grazie ai ritardi accumulati sulla tratta. Grazie Trenitalia.
Grazie.
Grazie di cuore.
Grazie.
Non son mai troppi per te i ringraziamenti.
Sul treno ad alta velocità poi la bici ha trovato inaspettatamente un'agile sistemazione nei classici portabagagli supra i sedili dei passeggeri, tra gli sguardi curiosi degli altri viaggiatori a bordo e quelli più perplessi di coloro che occupavano i posti sottostanti. Ma tutto è andato per il verso giusto. Il mezzo non si è mosso di un centimetro ed è entrato in sordina in Gallia, senza alcun temuto diverbio coi controllori.
Approdati nella capitale francese, sono stati prontamente snobbati i taxi, e si è scelto per la più popolare Metro. Con io, il mio zaino, la mia valigia con le rotelle e la mia bici/tracolla.
Fortuna che il prode Gege è accorso in mio aiuto, trascinando la valigiona fin sotto casa, altrimenti non penso sarei ancora arrivato ora.
"Aaaah, quanto ci piace tribolare annoi!" (tribolare = faticare, possibilmente imprecando)
Il risultato però parla da solo, perché la mia bella bicicletta riposa ora nel ripostiglio, tutta bella rimontata e oliata di fresco. E assicurata al termosifone, perchè non si sa mai.
E ora è quasi ora di andare a dormire, e non è che abbia tutta questa voglia di scrivere. Ma lo voglio fare, lo devo fare, non solo per raccontare questo ultimo viaggio tumultuoso, ma anche per ripensare a queste vacanze passate a casa e ringraziare tutti coloro hanno reso vivo e intenso ogni singolo giorno che è trascorso. Perché non c'è n'è uno, uno solo, che rinnego e che vorrei cambiare.
E' stata più dura del solito ripartire. E mi fa pensare che forse non mi ci abituerò mai completamente.
Ma forse è proprio questo il significato della parola "casa".
lunedì, aprile 06, 2009
Day 8, Pensandoci su
Mi sono trasferito da alcuni giorni in quella che sarà la mia nuova casa, almeno per qualche tempo. Avenue du Maine, a pochi minuti a piedi dalla gigantesca torre nera di Montparnasse, che domina il 14 Arrondissemant.

Sono al quarto piano, ma fortunatamente è presente un piccolo ascensore all'interno del palazzo. Senza di esso il trasloco sarebbe stato decisamente più emozionante.
La stanza che mi è stata assegnata è abbastanza luminosa e presenta un arredamento essenziale. Il letto è sistemato contro la parete di destra assieme a uno scaffale in legno, di mezza altezza e quattro ripiani. Dalla parte opposta si fa spazio un tavolo con sedia, un appendiabiti fitto fitto di appendini, un altro scaffale in legno e un terzo piccolo scaffale bianco, questa volta metallico, verniciato di fresco.
Dalla finestra di fronte, affacciata all'avenue, invece si scorgono i tetti e un ampio spicchio di cielo, lo stesso in grado di alternare sole, vento e pioggia due o tre volte nell'arco di un giorno solo.
Ah, quasi dimenticavo il l'asse da stiro. Al momento giace tranquillo in un angolo, assieme al suo inseparabile ferro, e prende come si suol dire la polvere. Ma potrebbe tornar tremendamente utile nel faccia a faccia con le camicie...

Torre Montparnasse
Sono al quarto piano, ma fortunatamente è presente un piccolo ascensore all'interno del palazzo. Senza di esso il trasloco sarebbe stato decisamente più emozionante.
La stanza che mi è stata assegnata è abbastanza luminosa e presenta un arredamento essenziale. Il letto è sistemato contro la parete di destra assieme a uno scaffale in legno, di mezza altezza e quattro ripiani. Dalla parte opposta si fa spazio un tavolo con sedia, un appendiabiti fitto fitto di appendini, un altro scaffale in legno e un terzo piccolo scaffale bianco, questa volta metallico, verniciato di fresco.
Dalla finestra di fronte, affacciata all'avenue, invece si scorgono i tetti e un ampio spicchio di cielo, lo stesso in grado di alternare sole, vento e pioggia due o tre volte nell'arco di un giorno solo.
Ah, quasi dimenticavo il l'asse da stiro. Al momento giace tranquillo in un angolo, assieme al suo inseparabile ferro, e prende come si suol dire la polvere. Ma potrebbe tornar tremendamente utile nel faccia a faccia con le camicie...
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